Storie Italiane torna sul caso di Salvatore Montefusco, condannato a soli 30 anni di carcere per duplice femminicidio. Il talk ha parlato con la sorella della moglie, una delle due vittime, che ha raccontato: “Come ho detto quando ho testimoniato, lui dice che era vessato e che era provocato ma lui non abitava lì. Perchè è andato lì da loro visto che erano loro che lo provocavano? Io ho riletto la testimonianza di suo figlio che diceva che era il padre che provocava sempre la mamma. Lui faceva i dispetti a sua moglie. Un’altra volta sono stati chiamati i carabinieri perchè Salvatore Montefusco stava buttando tutte le cose di mia sorella e mia nipote. In casa c’erano due bagni, e lui voleva rovinare la lavatrice, sapendo che loro non avevano soldi”.
L’avvocato dei famigliari delle vittime, Barbara Iannucelli, ha poi parlato delle denunce che erano state presentate da Renata, la moglie di Salvatore Montefusco: “Sono state completamente bypassate, noi abbiamo il 14 luglio del 2021 che Gabriela fa una denuncia raccontando questo clima di violenza, ma l’8 settembre viene richiesta l’archiviazione in quanto vi fosse solo una conflittualità esteriore, non essendoci le botte e ingressi nel pronto soccorso. Il pm non ritiene vi fossero maltrattamenti, poi queste donne hanno presentato altre denunce, che hanno chiesto aiuto sempre”.
SALVATORE MONTEFUSCO, L’AVVOCATO: “DOMINAVA LE DUE DONNE”
E ancora: “Perchè io parlo di duplice femminicidio? L’imputato dominava entrambe le donne dal punto di vista economico poi la situazione è degenerata. Ha messo anche un gps sotto la sua auto per trovare la prova di un presunto tradimento. Poi il livello di esasperazione è arrivato alle stelle visto che non è stata trovata prova di tradimento quindi Salvatore Montefusco non aveva prove in favore per una separazione giudiziale e a quel punto la violenza è arrivata ai massimi termini. Queste donne che non hanno mai potuto lavorare sono rimaste senza soldi, morivano di fame. Renata doveva vendere i libri per avere 20 o 30 euro per mangiare.
E ancora: “Lui le teneva in pugno da questo punto di vista, poi ad un certo punto quando il potere non si è potuto più esercitare si è arrivati all’azione finale, la distruzione della vita”. Secondo Eleonora Daniele è stato un grande fallimento: “Queste due donne potevano essere salvate, c’erano tutti i motivi per proteggerli. Chi è che non ha ascoltato davvero le denunce di queste donne, che è che non le ha messo in protezione?”.