Saman Abbas, le richieste della procura generale nel processo d'appello: ergastolo per tutta la famiglia. Le prove della premeditazione e la requisitoria
Ergastolo per tutta la famiglia di Saman Abbas: è quello che ha chiesto la sostituta procuratrice generale Silvia Marzocchi nel processo d’appello per l’omicidio della ragazza a Novellara. In primo grado i giudici avevano condannato all’ergastolo solo i due genitori, assolti però per quanto riguarda la soppressione di cadavere, invece lo zio era stato condannato a 14 anni, mentre i due cugini erano stati assolti e liberati. Ma per la procura generale non solo vanno condannati tutti e cinque, ma la pena deve essere l’ergastolo.
Per arrivare alla richiesta dell’ergastolo, a cui si è aggiunta quella di isolamento diurno per un anno, la procura generale ritiene che siano colpevoli di omicidio e soppressione di cadavere, ma vanno riconosciute anche le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abbietti.
LE PROVE DELLA PREMEDITAZIONE DELL’OMICIDIO DI SAMAN ABBAS
Gli ultimi giorni di vita di Saman Abbas sono stati vissuti dalla 18enne pakistana nell’inganno, perché la famiglia l’aveva condannata a morte. Si sarebbe potuta salvare se fosse stata collocata in comunità prima. La premeditazione sarebbe dimostrata, secondo l’accusa, dal video del 29 aprile, il giorno prima dell’omicidio: dalla buca scavata alla pianificazione del viaggio in Pakistan, nascosto ai figli, passando per il vocale della mamma di Saman al nipote per chiedergli di non dire nulla, quindi la questione era stata affrontata in famiglia.
All’indomani del delitto, lo zio ha contattato sua moglie per farle sapere che i genitori di Saman sarebbero tornati per sempre in Pakistan, precisando che era stato compiuto “un lavoro solido“, quindi anche lei in Pakistan sapeva dell’omicidio. Per quanto riguarda i cugini, per l’accusa gli indizi di colpevolezza sono gravi: il video della fossa scavata, le pale usate, la perizia sulla deposizione della salma, la cura della sepoltura, la fuga dopo il delitto, ma anche la testimonianza del fratello di Saman Abbas, che ha riconosciuto i volti dei due cugini la notte dell’omicidio.
LA FIGURA DEL FRATELLO DI SAMAN ABBAS
A proposito del fratello di Saman Abbas, la requisitoria della sostituta pg si è soffermata anche sulla sua figura, che era minorenne all’epoca del delitto. In aula ha dichiarato che il ragazzo ha assistito all’omicidio della sorella “sotto gli occhi impassibili dei genitori” ed è stato “costretto a una fuga da clandestino“. Inoltre, sarebbe stato perseguitato affinché coprisse le loro responsabilità. “Gli è stato chiesto di immolarsi“, ma il fratello di Saman, che non aveva motivo di deporre contro i parenti, prima ha provato a sottrarsi, poi ha riferito tutto ciò che sapeva.