Sandro Pertini e la carica di Presidente della Repubblica Italiana
Sandro Pertini è stato il settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985. Politico, giornalista e partigiano italiano, Pertini è sempre stato considerato il presidente di tutti. Sin da giovane, Pertini si dedica alla vita politica entrando nel Partito Socialista Italiano. Non solo è stato anche partigiano durante il regime fascista subendo l’esilio e finendo in carcere dove conobbe Antonio Gramsci. Membro dell’Assemblea Costituente, Pertini arrivò al Quirinale dopo le dimissioni del Presidente Giovanni Leone.
Il mandato presidenziale è durato 1978 al 1985 facendolo diventare il presidente più amato dagli italiani. Viso pulito ed onesto, Pertini è ricordato ancora oggi da tutti. Un uomo che aveva la stoffa come ricordava l’amico di tante battaglie Giuseppe Saragat: “era della stoffa di cui sono fatti gli eroi”. Pertini ha sempre combattuto per i suoi ideali senza mai tradirli, anzi si è sempre ribellato.
Sandro Pertini: politico e patriota
Alessandro Pertini, conosciuto da tutti come Sandro Pertini, era il quarto di cinque fratelli. Nato e cresciuto in una famiglia benestante, da ragazzino non amava stare al centro dell’attenzione prediligendo la lettura di grandi autori come Leopardi e Dostoevskij. Sandro amava la compagnia della mamma Maria Muzio che rimase vedova quando lui aveva soli 11 anni. “Se nella vita sono riuscito a fare qualcosa di buono lo debbo al suo insegnamento e al carattere che lei mi ha formato. Ho l’orgoglio di pensare che io le assomiglio molto: per temperamento, per devozione alla fede scelta, per volontà nel sopportare sacrifici e rinunce e per fierezza” diceva Pertini parlando della madre.
Unico e solo esponente del PSI a ricoprire la carica di Presidente, Pertini ricorda ancora i dubbi della gente sul perchè un socialista fosse diventato anche un patriota. “Molti erano intimiditi da quelle violenze e sostenevano che non si dovevano provocare i fascisti […]. Questo non è mai stato il mio atteggiamento. Sono stato bastonato perché il primo maggio andavo in giro con una cravatta rossa. Sono stato mandato all’ospedale perché nella ricorrenza della sua morte, ho appeso alle mura di Savona una corona d’alloro in memoria di Giacomo Matteotti. Ho vissuto i miei vent’anni così e non me ne pento” disse in una intervista precisando – “la libertà è un bene prezioso che bisogna difendere giorno per giorno”.