Speranza di vita, posti letto, medici: in Europa cambiano secondo le regioni. Ma distinguere fra Est e Ovest o Nord e Sud non basta per capire la sanità

Nord sud ovest est è una canzone lanciata nel giugno del 1993 dagli 883, gruppo musicale formato da Massimo (Max) Pezzali e Mauro Repetto a Pavia nel 1989: mi è venuto in mente questo titolo guardando alcune mappe di geografia sanitaria dove era rappresentata la speranza di vita alla nascita della gente, per nazione e regione. Mi sono sempre stati simpatici gli 883, forse per quello strano nome che per me evocava la legge di istituzione del servizio sanitario nazionale di appena 15 anni prima (in realtà la legge aveva un altro numero, 833 del 1978).



La geografia sanitaria è un aspetto particolare del tema salute che, attraverso la rappresentazione territoriale di specifici indicatori di fenomeni sanitari (tassi di mortalità, speranza di vita, posti letto ospedalieri, numero di medici ed infermieri, …), cerca di individuare distribuzioni (aggregazioni di territori) che possano suggerire l’esistenza di specifici fenomeni meritevoli di essere ulteriormente indagati per andare alla scoperta delle ragioni per cui i dati si presentano in determinate configurazioni. Da queste rappresentazioni emergono in generale significativi suggerimenti di politica sanitaria per interventi mirati in quei territori che mostrano di averne maggiormente bisogno.



L’Eurostat ha aggiornato i suoi dati statistici sulla salute, a cominciare dalle informazioni sulla “speranza di vita” (numero medio di anni che ciascuno di noi può aspettarsi di vivere), indicatore generale dello stato di salute degli abitanti di un territorio.

Figura 1. Speranza di vita alla nascita, nelle regioni europee. Anno 2023. Fonte: Eurostat.

Come si può osservare, i dati della speranza di vita alla nascita per regione mostrano un chiaro trend geografico da ovest ad est: ad ovest la speranza di vita è più lunga mentre ad est è più breve. Le differenze non sono di poco conto, visto che si passa dagli 84,6 anni del Liechtenstein ad ovest ai circa 72 anni della Moldova, la nazione che ad est ha la speranza di vita più breve, con la Germania che fa da cuscinetto e zona di transizione tra le due aree.



Ovviamente, la distribuzione geografica della speranza di vita da una parte stimola la ricerca dei motivi che possono dare luogo ad una tale distribuzione, compito molto complesso perché la lunghezza della vita è conseguenza di un insieme molto composito di ragioni (genetica, ambiente, abitudini, condizioni di vita, condizione sociale, condizioni economiche, clima, condizioni produttive, sviluppo industriale, sistema sanitario, etc.) che si intrecciano tra di loro e il cui raffronto va ben al di là degli obiettivi di questi appunti, ma dall’altra indica chiaramente su quali nazioni è necessario intervenire se si vuole raggiungere l’obiettivo di ridurre le differenze.

Il confronto tra i dati dell’Italia e quelli della Germania suggerisce però anche una ulteriore considerazione. Se evidenziamo le loro regioni, come mostra la Figura 2, oltre alla direzione est-ovest della speranza di vita descritta in precedenza emerge anche entro alcune nazioni (e particolarmente in Italia e Germania) una traiettoria nord-sud, ma con una particolarità: per le regioni italiane la speranza di vita è più elevata al nord e diminuisce mano a mano che si scende verso sud, mentre per le regioni tedesche la speranza di vita è più elevata al sud e diminuisce salendo verso nord. I valori italiani sono superiori a quelli tedeschi ma ciò non ha nulla a che fare con la tendenza geografica.

Figura 2. Speranza di vita alla nascita, nelle regioni dell’Italia (pannello di destra) e nelle regioni della Germania (pannello di sinistra). Anno 2023. Fonte: Eurostat.

Invece della lettura nord-sud si potrebbe anche ipotizzare una diversa lettura geografica governata non dai punti cardinali ma dall’orografia del territorio: in entrambe le nazioni la speranza di vita alla nascita è più elevata nelle regioni di montagna e diminuisce mano a mano che ci si avvicina al mare. Anche per questa lettura si possono ipotizzare molte ragioni (come già anticipato per la lettura est-ovest).

Se consideriamo il caso Italia, dove è noto che la lunga attesa di vita che ci è attribuita dalle statistiche rispetto alle altre nazioni europee viene spesso messa in relazione con l’effetto della cosiddetta “dieta mediterranea”, l’andamento in discesa da nord a sud della speranza di vita nelle singole regioni permette di sollevare qualche dubbio su un possibile effetto di una “dieta” mediterranea (o di qualcosa che possiamo anche chiamare “fattore mediterraneità”), perché sono le regioni che non si affacciano sul mare quelle che presentano una maggiore speranza di vita.

Del resto, qualche dubbio sul ruolo che può avere qualcosa di “mediterraneo” sulla lunghezza della vita viene anche dall’osservazione della Figura 1, se si considerano le nazioni che si affacciano sulla parte est di quello che era il mare nostrum, le quali mostrano una lunghezza della vita inferiore rispetto alle nazioni bagnate dalla parte ovest del mare.

Forse anche per la Germania ci può essere un fattore analogo, un fattore che potremmo chiamare “Mare del nord”.

Ma la canzone degli 883 viene a fagiolo non solo per le assonanze geografiche (Nord sud ovest est) ma anche perché, nel ritornello, ci offre una prospettiva di lettura che può essere di rilievo: “e forse quel che cerco neanche c’è”, e ancora: “non so se cerco lei o cerco me”. In altre parole, per la canzone si ammette che una spiegazione di queste differenze possa anche non esistere o possa essere casuale: è così anche per la geografia della speranza di vita (come esempio di geografia della salute)?

I raggruppamenti geografici in generale sono sempre interessanti, ma quelli relativi alla speranza di vita alla nascita sono sempre indice di fenomeni che meritano di essere approfonditi, perché in genere hanno una spiegazione. Per il caso in questione, ad esempio, per l’Italia risulta abbastanza ragionevole ipotizzare almeno una combinazione tra stili di vita delle persone e qualità del servizio sanitario (ma forse c’è pure dell’altro): un analogo e specifico approfondimento andrebbe fatto anche per la Germania.

Il tutto con quella apertura all’imprevisto che caratterizza la spiegazione dei fenomeni che riguardano gli uomini, ma anche con quella prudenza nell’interpretazione dei risultati che permetta di non farsi ingannare da associazioni che appaiono suggestive ma che in realtà, una volta approfondite, si rivelano ingannevoli.

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