Parto da incubo per Sarah Sjöström: il bimbo nasce fuori dall’ospedale, la nuotatrice confessa la paura di non sopravvivere.

Sarah Sjostrom è diventata mamma, ma nonostante la gioia di abbracciare il suo piccolo Adrian, il parto è stato parecchio difficile. La nuotatrice ha raccontato l’esperienza che ha vissuto in ospedale, o meglio, fuori dall’ospedale. Cos’è successo? Le cose sono andate diversamente da quanto sperava, dato che il figlio è nato proprio fuori dalla struttura ospedaliera, precisamente sul vialetto che portava all’ospedale.

Quando siamo arrivati le porte dell’ambulanza sono state aperte e il nostro bambino stava già uscendo. È nato proprio lì nel caos fuori dall’ingresso dell’ospedale in ambulanza“. In un post su Instagram ha spiegato di aver avuto paura di morire e di non farcela. La campionessa di nuoto Sarah Sjostrom ha affrontato dunque un parto davvero difficile, e come succede a molte donne, scatta la paura di non riuscire a dare alla luce il proprio bambino. Del resto, quello del parto è un momento estremamente delicato che resta nella mente per sempre.

Sarah Sjostrom


Sarah Sjostrom racconta il dramma del parto: “Dolore indescrivibile


Sarah Sjostrom ha condiviso una foto mentre si vede il suo bambino abbracciato a lei sul letto d’ospedale. Fortunatamente, il piccolo Adrian è venuto alla luce senza troppe complicanze a parte l’intoppo iniziale, e quello che è successo resta solo un brutto ricordo, se così si può dire. Il problema è stato che il bambino è nato più in fretta del previsto: “Ho iniziato a sanguinare e abbiamo subito chiamato il reparto parto dell’ospedale dove dovevamo andare“, ha raccontato ai fan sui social. “L’ostetrica probabilmente ha riconosciuto dal mio respiro attraverso il telefono che ero già in fase di spinta, e per fortuna ha insistito per mandarci un’ambulanza“, ha continuato.

Non appena Sarah Sjostrom si è accorta che il bambino stava per nascere è corsa velocissima all’ospedale, ma ha raccontato che il dolore provato era a dir poco indescrivibile, ed è stato proprio quello a farle credere di non sopravvivere. Ma Adrian è riuscito a farle dimenticare quella folle esperienza: “Il momento che ha cambiato tutto: quando è stato messo sul mio petto e abbiamo sentito il suo primissimo grido“, spiega, “Dal dolore e dalla paura inimmaginabili al momento più magico della nostra vita“.

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