Cipro acquista da Israele un nuovo sistema difensivo in funzione anti-turca. Erdogan e Netanyahu si scontrano anche sull'isola
La crescente rivalità tra Israele e Turchia si accende sopra i cieli di Cipro. Il governo dell’isola, occupata per metà da Ankara, avrebbe ultimato l’acquisto del sistema israeliano di difesa aerea Barak MX, un dispositivo sofisticato capace di intercettare missili balistici, droni e velivoli da combattimento anche a 150 chilometri di distanza. In un video pubblicato l’11 settembre e ripreso dal canale d’informazione cipriota Reporter si vede l’arrivo di un componente chiave del Barak MX nella città di Limassol. Sarebbe “uno degli ultimi pezzi del puzzle” per assemblare il Barak MX, il quale potrebbe entrare pienamente in funzione già entro quest’anno, secondo Reporter.
La Turchia è in fibrillazione. Nonostante non abbia commentato ufficialmente la notizia, Ankara teme la crescente integrazione nel campo della Difesa tra Cipro e Israele. Il sistema Barak MX, infatti, ha la capacità di svolgere funzioni di sorveglianza e di raccolta informazioni tramite i suoi radar 3D fino a 460 chilometri, coprendo quindi anche gran parte dello spazio aereo della Turchia meridionale. È chiaro che gli apparati turchi ritengano il sistema israeliano acquistato da Cipro uno strumento a servizio non solo di Nicosia, ma anche di Tel Aviv. E avere i servizi segreti migliori del mondo a pochi chilometri dalle proprie coste costituirebbe uno scenario potenzialmente destabilizzante.
Secondo alcuni media greco-ciprioti la Turchia si sta già attrezzando con misure difensive e predisponendo rifugi in chiave preventiva. Non a caso, Arda Mevlutoglu, un autorevole analista turco del settore della Difesa, ha affermato su X che il Barak MX “è un sistema molto più pericoloso dell’S-300”, riferendosi al sistema che Cipro ordinò nel 1997 dalla Federazione Russa ma che non fu mai schierato. Mentre il vicepresidente del CHP, il Partito Popolare Repubblicano, Yanki Bagcioglu, ha descritto la mossa come una minaccia diretta alla sicurezza nazionale della Turchia.

Anche Cipro ha scelto la linea del basso profilo. Sollecitato dalla stampa, il ministro della Difesa di Nicosia, Vasilis Palmas, si è limitato a difendere la scelta di dotare l’isola del Barak MX, sottolineando la necessità di costruire una deterrenza credibile nei confronti della Turchia, almeno “finché ci sarà occupazione e non si troverà una soluzione politica”. Il messaggio è chiaro. Invasa nel 1974 da Ankara e da allora divisa in due con il sud grecofono e il nord satellite turco, Cipro intende rinsaldare il legame con Israele in chiave anti-turca.
In netto contrasto ideologico e strategico su vari dossier in Medio Oriente, tra cui Gaza e Siria, Turchia e Israele sono destinati a scontrarsi anche sul terreno cipriota. Colpito duramente l’Iran e i suoi tentacoli (Hamas, Hezbollah, Houthi), Tel Aviv si sta imponendo come potenza regionale in Medio Oriente. All’orizzonte si staglia Ankara, potenziale rivale con enormi velleità imperiali.
In questo senso, la vendita del sistema di difesa Barak MX a Cipro si inserisce nella strategia israeliana di contenimento delle ambizioni turche, già messa in pratica con i bombardamenti in Siria, ormai diventata un protettorato di Ankara a seguito della caduta di Bashar al-Assad.
Negli ultimi giorni i leader di Israele e Turchia si sono scambiati messaggi infuocati, animati entrambi da ambizioni geopolitiche massimaliste che infervorano le rispettive opinioni pubbliche. Il presidente turco Erdogan ha paragonato Netanyahu a Hitler, mentre il primo ministro israeliano, in merito allo status di Gerusalemme, ha dichiarato: “Signor Erdogan, questa non è la sua città. È la nostra città. Sarà sempre la nostra città. Non sarà mai più divisa”.
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