LA RICERCA/ Spermatozoi in calo nei giovani: stiamo diventando meno fertili

- La Redazione

Negli ultimi 17 anni, la conta delle cellule riproduttive maschili tra gli uomini di età compresa tra i 18 e i 25 anni è calata del 32,2%. E’ questo il dato che emerge da uno studio francese

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Negli ultimi 17 anni, il numero delle cellule riproduttive maschili tra gli uomini di età compresa tra i 18 e i 25 anni è calato del 32,2%. E’ questo il dato che emerge da un recente studio francese esaminato e discusso dagli esperti della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia che si sono riuniti a Londra per la conferenza annuale. Essendo convinti che il numero di spermatozoi condizioni in modo significativo la riproduzione, gli scienziati hanno lanciato l’allarme riguardo questo netto calo in tutto il mondo della fertilità maschile.

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Normalmente, un uomo produce circa 60 milioni di spermatozoi per millilitro di liquido seminale, ma viene comunque considerato fertile anche con 40 milioni. Se però si scende al di sotto di questa soglia, arrivando al preoccupante livello di 20 milioni, le capacità riproduttive si riducono drasticamente. Basti pensare che, secondo una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Edimburgo, un giovane su cinque ha un numero di spermatozoi talmente basso da interferire con le sue capacità riproduttive.

In Italia non va di certo meglio, visto che uno studio elaborato a Padova su circa 2000 persone, una parte diciottenni e l’altra quarantenni, ha mostrato che nei più giovani il numero degli spermatozoi è in calo del 25% rispetto a quello degli adulti. Il dibattito si è quindi spostato sulle possibile cause di questo vero e proprio declino registrato nei ragazzi: alcune provengono da fattori addirittura precedenti alla nascita, come ad esempio una donna che fuma durante la gravidanza, ma altre possono riguardare eventuali nascite premature. In questo caso, infatti, visto che il numero di spermatozoi dipende anche dalle dimensioni dei testicoli, i bambini che nascono prematuri vanno incontro a maggiori rischi di produrre meno spermatozoi.

Oltre a fattori già studiati e conosciuti, come il fumo di marijuana e di tabacco, la sedentarietà o una dieta ricca di grassi, ve ne sono altri più particolari, come l’esposizione ai pesticidi dell’agricoltura e al Bisfenolo A, la sostanza chimica contenuta per esempio nelle bottiglie di plastica. Non tutti gli esperti, però, concordano su questa vera e propria crisi degli spermatozoi: innanzitutto perché il numero degli spermatozoi può notevolmente variare a seconda della stagione, ma anche perché bisogna tener conto della durata dell’astinenza prima del test. In secondo luogo, spiegano gli scettici, può risultare davvero difficile selezionare gli uomini rappresentativi dell’intera popolazione per una ricerca di questo tipo.

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