Sciopero benzinai 2022, cosa c’è di vero
Si parla di uno sciopero dei benzinai in programma per settembre, ma cosa c’è di vero in questa voce? La preoccupazione di certo è reale, perché uno sciopero in questo momento storico potrebbe aggravare i disagi già provocati dal caro prezzi e potrebbe bloccare non soltanto il trasporto merci ma qualsiasi tipo di spostamento. Il timore di uno sciopero è quindi dilagato, ma ancora una volta le voci sembrano correre più veloci della realtà.
Al momento, infatti, i gestori non hanno dato nessuna comunicazione di chiusura dei distributori di carburante a livello nazionale. Il vociferato sciopero dei distributori non trova quindi riscontri ufficiali, sia per la rete stradale sia per quella autostradale. Il motivo che avrebbe potuto scatenarlo è quello dei nuovi rincari sul carburante, che stanno portando i prezzi a livelli da record mai raggiunti prima. Ma, come detto, non c’è alcun annuncio ufficiale di uno sciopero nell’immediato, mentre si attende di capire quali saranno le prossime mosse del Governo per arginare il caro-carburante.
Sciopero dei benzinai contro il caro carburante, qual è la situazione
I prezzi dei carburanti hanno assistito alle prime impennate verso la fine del mese di febbraio, quando la Russia ha dato il via all’invasione dell’Ucraina e l’Europa ha reagito disponendo le prime sanzioni nei confronti di Mosca. Finora, il Governo ha tagliato le accise sui carburanti in modo da ridurre l’impatto della guerra sulle tasche delle famiglie italiane. Per il momento, la proroga di questo taglio è stata fissata per il 20 settembre, data oltre la quale i rincari potrebbero abbattersi con forza in ogni settore produttivo.
Se il Governo dovesse decidere di non procedere a un’ulteriore proroga, il rischio di uno sciopero dei benzinai potrebbe diventare molto più concreto di quanto non lo sia ora. Per adesso si attende di capire come evolverà la situazione a livello internazionale, in particolare si tiene d’occhio l’incognita costituita dal gasdotto Nord Stream e dalle decisioni che prenderà la russa Gazprom. Mosca non è nuova alla minaccia di chiudere il gasdotto e quindi le forniture, e il rischio ha già portato a un’impennata nei prezzi del gas e dell’energia. Gli effetti sarebbero difficili da prevedere: l’aumento del carburante potrebbe incidere su tutte le merci che richiedono il trasporto su lunghe tratte, mentre i rincari sulle bollette colpiscono tutti i processi produttivi. E, naturalmente, entrambi incideranno sull’economia domestica delle famiglie italiane.