Landini ha ottenuto lo sciopero che voleva, portando in piazza la gente contro i “complici del genocidio” cioè il Governo. E se adesso arrivasse la pace?
È una novità che può cambiare tutto, anche lo sciopero di Landini e della sua Cgil. Ieri Hamas, forse ormai in angolo, ha sparigliato le carte, dicendosi pronta a liberare gli ostaggi. Il piano Trump, anche grazie alla mediazione del Qatar, ha dunque smosso i fondamentalisti palestinesi. Un’apertura prontamente raccolta dal presidente americano, che ha chiesto a Israele di sospendere i bombardamenti. Il governo avrebbe ordinato all’IDF di “ridurre” l’offensiva a Gaza.
Se Hamas accettasse il piano e arrivasse la pace, sarebbe una iattura per Landini. Come farebbe ad attaccare il governo, che ha approvato una mozione a sostegno di Trump e del suo piano di pace?
Non è un problema da poco. Staremo a vedere. Nel frattempo lo sciopero agognato è andato in porto e ha riempito le piazze.
Resta il fatto che in uno stato di diritto dovrebbe valere il concetto che le leggi vanno osservate, leggi che – per definizione – sono “uguali per tutti”. Un principio che non sembra valere per chi (la CGIL, i Cobas e varie sigle minori) ha indetto lo sciopero generale di ieri dichiarato ufficialmente illegittimo dalla Commissione di Garanzia (politicamente neutrale) prevista proprio per tutelare e normare il diritto di sciopero.
Certo la CGIL farà ricorso, ma lo sciopero l’ha fatto e alla fine sarà al massimo condannata a pagare una multa di 50mila euro, ridicola visti i danni provocati.
Uno sciopero che ha comportato non solo una perdita economica in termini produttivi valutata dal Sole 24 Ore in oltre un miliardo di euro, ma che ha leso il diritto fondamentale della libertà personale di milioni di persone che hanno subìto senza poter reagire blocchi stradali, ferroviari, delle metropolitane e dei bus o di altri servizi essenziali.
Pensate a chi ieri era in viaggio per necessità, a chi doveva andare in ospedale ma anche a chi semplicemente voleva andare a lavorare: ogni suo diritto personale è stato conculcato per ore e lo Stato non lo ha tutelato.
“Ma in piazza eravamo milioni” si sosterrà. Calma e gesso: ci fossero anche state un milione di persone in piazza (un numero assolutamente “auto-gonfiato”, il Viminale parla in tutto di 400mila persone) si tratterebbe comunque di una infima minoranza dei lavoratori italiani, ammesso che lo siano anche gli incappucciati alla testa dei cortei che – pur con il viso coperto – non sembravano precisamente operai addetti alle presse.
Oltretutto, come era logico, le manifestazioni indette dalla CGIL non sono assolutamente servite a risolvere la crisi di Gaza perché già tutti, unanimemente e senza eccezioni, denunciano e condannano le ingiustificabili violenze di Israele ai danni della popolazione civile.
Resta piuttosto l’obiettiva constatazione che il mese di crociera nel Mediterraneo della “Flotilla” (conclusasi, come previsto ed auspicato, senza violenze fisiche) aveva nello show l’unica e vera finalità per tentare di essere “martiri senza rischiare”, con il pathos della suspense a reti unificate in attesa dell’arrivo dei cattivi israeliani e sorvolando sui tuttora sconosciuti finanziatori che hanno comprato e organizzato le barche “delle lavoratrici e dei lavoratori” (la definizione è di Landini) che stavano a bordo.
Una situazione montata per settimane dai media sapientemente orchestrati (ma voi li avete mai viste le “tonnellate di aiuti”?) e che rischiano di finire – come a Manchester solo ieri – nell’antisemitismo spicciolo.
Tornando alle manifestazioni, se le violenze sono state poca cosa (ma vedremo domani) è stato solo perché la polizia di fatto ha rinunciato ad intervenire se non nei casi più gravi. “Contenimento” o ritirata dello Stato? Ne riparleremo nei prossimi giorni, certo vi sono alcuni elementi che fanno pensare.
Per esempio l’evidente demagogia di partiti come il Pd, che da un lato hanno approvato l’appello di Mattarella affinché la Flotilla si fermasse e poi dichiarato di partecipare alle manifestazioni di protesta, quasi che tutti non avessimo capito che la posta in gioco (di Landini e delle sigle che gli gravitano intorno) è, Schlein o meno, il controllo del “fu” Partito comunista.
D’altronde che c’entravano Gaza e la Palestina con gli slogan al comizio della CGIL tipo “Il sistema che oggi massacra in Palestina è lo stesso che massacra gli operai nelle fabbriche”? Non è questo un incitamento all’odio e all’eversione? Per carità, nessun giudice e nessun procuratore si muoverà mai di un millimetro, ma la coscienza delle persone normalmente pensanti si rende conto dell’assurdità di queste cose?
Anche perché – se si scende in piazza per Gaza – perché allora non lo si è mai fatto per le migliaia e migliaia di cristiani martirizzati in Nigeria o in Sud Sudan, per le migliaia di condanne a morte eseguite ogni anno in Cina o in Iran, oppure contro i sauditi che hanno ucciso decine di migliaia di yemeniti? I morti dei massacri non sono forse tutti uguali? Perché allora per alcuni si sorvola e per gli altri si va in piazza?
Forse che la CGIL ha scioperato per l’eccidio dei cittadini israeliani, comprese tante donne e bambini innocenti, il 7 ottobre 2023? Senza contare che non si ha memoria di scioperi generali per il Job Act, la legge Fornero o tante altre norme “contro la classe operaia” votate quando al governo c’era la sinistra.
Oltretutto – se veramente la CGIL fosse meno ipocrita – avrebbe potuto lanciare un altro invito a tutti i lavoratori italiani: anziché scioperare, devolvere un’ora, una sola ora del proprio salario proprio a favore delle popolazioni di Gaza raccogliendo fondi che, amministrati in modo trasparente e tradotti in aiuti concreti, fossero poi portati a Gaza sotto controllo internazionale, magari anche per evitare che siano intercettati – come quasi sempre – proprio da Hamas. Che, fino ad oggi, ha gestito Gaza come con sistemi spudoratamente mafiosi.
PS: C’è una novità delle ultime ore. Ieri Hamas ha sparigliato le carte, dicendosi pronta a liberare gli ostaggi. Il piano Trump, anche grazie alla mediazione del Qatar, ha dunque smosso l’organizzazione politica e terroristica palestinese. Una apertura prontamente raccolta dal presidente americano, che ha chiesto a Israele di sospendere i bombardamenti. Staremo a vedere. Se Hamas accettasse il piano e arrivasse la pace, sarebbe una iattura per Landini. Come farebbe ad attaccare il governo, che ha approvato una mozione a sostegno di Trump e del suo piano di pace? Ma l’inventiva del nuovo leader della sinistra (e dell’opposizione) italiana è sicuramente senza limiti.
(marco.zacchera@libero.it)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.