La scomparsa di Cristina Golinucci, la ragazza sparita da Cesena nel 1992, a Storie Italiane. La mamma è stata intervistata dal programma di Rai Uno in merito agli ultimi risvolti e alle ultime segnalazioni: “E’ cominciata tutta questa cosa dopo una segnalazione di un signore che ha chiamato un giornale e quindi lo ringrazio tantissimo”. L’avvocato Iannucelli, della famiglia Golinucci, ha poi preso la parola denunciando alcuni errori che a suo modo di vedere sarebbero stati commessi: “E’ un caso che potremo definire la fiera dell’assurdo, sono 31 anni che si susseguono colpi di scena incredibili ma non c’è mai il protagonista ma che a mio avviso è la persona che venne attenzionata inizialmente e che si fece 5 anni di carcere, poi lui è scomparso, la procura di Forlì ci dice che dal 2017 è ricercato in Francia per reati di natura sessuale ma la Francia si oppone. Non è stato ritenuto importante cercare questa persona e invece”.
Ora i sospetti si sono concentrati su una cisterna nel convento: “Nel 2010 sono stati trovati dei frammenti ossei, e queste ossa sono state poi portate al Bufalini di Cesena che a vista ha decretato che non fossero ossa di Cristina in quanto vecchie e questi reperti non ci sono più. Ma come si fa a spendere soldi dello stato e a investire tempo e non avere una risposta certa da dare alla mamma ad esempio dopo un’esame del DNA che avrebbe escluso categoricamente che quelle ossa non erano di Cristina”.
SCOMPARSA CRISTINA GOLINUCCI, ANTONELLA BORALEVI: “SEMBRA TUTTO COSÌ EVIDENTE”
Antonella Boralevi, ospite di Storie Italiane, aggiunge: “La storia di Cristina Golinucci non riguarda solo la mamma, riguarda tutti noi, potrebbero essere le nostre figlie. Io spero che la questione delle ossa non sia andata davvero così. Qui c’è tutto lo schema: sembra tutto così evidente, e invece”.
In studio sottolineano la vicinanza fra la mamma di Cristina Golinucci e quella di Emanuela Orlandi: “Due donni molto forti e di grande dignità, la signora fa bene a cercare sua figlia perchè il tempo è nemico della verità”. In chiusura l’appello della mamma di Cristina: “Stiamo facendo ciò che le istituzioni non hanno fatto in questi 30 anni, non abbandonateci”.