L’incontro Meeting sulla scuola al quale ha partecipato Valditara è stato dedicato soprattuto a presentare e rilanciare il 4+2 e il terzo canale

L’attività riformistica cui ha dato impulso il ministro della Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, e di cui si è parlato ieri al Meeting di Rimini, si concentra in gran parte sull’attuazione della sperimentazione del cosiddetto 4+2, il nuovo percorso quadriennale sperimentale inerente la filiera formativa tecnologico-professionale.



Al Meeting si è accennato alla personalizzazione dell’offerta formativa e all’autonomia scolastica, ma il nucleo portante del discorso risiedeva nel rapporto tra scuola e lavoro, a cui s’è fatto continuo riferimento.

Concretamente, i corsi 4+2 si attivano negli istituti tecnici e professionali riducendo la scuola superiore a quattro anni con possibilità di accedere a un biennio formativo post-diploma negli ITS Academy, oppure dopo i quattro anni al mondo del lavoro oppure a un corso universitario.



Prima di occuparci degli ITS Academy, che, precisiamo subito, sono un portato del PNRR con aggiunta di risorse del Fondo sociale europeo (FSE), del MIM, contributi delle Regioni e di imprese, è utile precisare che la partenza un po’ in sordina del progetto 4+2 nell’anno scolastico 2024-2025 (1.669 iscrizioni che comunque hanno registrato la soddisfazione del ministro) ha indotto la struttura di Viale Trastevere a insistere su questo tipo di proposta per l’a.s. 2025-2026, come anche risulta dal decreto 16 dicembre 2024 nel quale l’intera questione è rilanciata.

Si tratta in effetti di una partita di enorme importanza perché dalla sua realizzazione (che comporta progettualità, risorse e formazione dei docenti) dipende la creazione di quel terzo cardine del sistema formativo italiano (dopo quello liceale e il tecnico) consistente appunto nel “canale” istruzione e formazione professionale.



Per quanto concerne gli ITS Academy, essi hanno innovato e ridefinito con legge 15 luglio 2022, n. 99 gli Istituti tecnici superiori. Negli Academy si rende possibile ampliare e approfondire la formazione professionalizzante di tecnici con elevate competenze tecnologiche e tecniche professionali. Al termine dei percorsi biennali gli ITS rilasciano un diploma valido su tutto il territorio nazionale e all’interno della Comunità europea, che si raccorda con il Quadro europeo delle qualifiche, costituendo titolo per l’accesso ai pubblici concorsi.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito (Ansa)

Secondo i dati INDIRE gli ITS Academy in Italia sono attualmente 147, articolati in dieci aree tecnologiche che vedono una prevalenza dell’agroalimentare (24) seguito dalla mobilità sostenibile (21) e dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (21).

Due anni fa, al 31 dicembre 2023, erano 109, pari a 450 percorsi terminati e 8.588 diplomati (il 72,6% degli iscritti). A un anno dal conseguimento del titolo risulta occupato l’84% dei diplomati.

Per fare qualche esempio di percorso, l’ITS agroalimentare della Sardegna presenta vari corsi biennali (dalla gastronomia alla gestione degli allevamenti, alle trasformazioni ittiche) in varie località (Sassari, Olbia, Oristano, Cagliari, Nuoro) che consentono secondo i dati MIM l’inserimento lavorativo dell’82-85% dei cosiddetti “supertecnici”.

L’ITS per la logistica sostenibile dell’Emilia-Romagna (sedi a Piacenza, Bologna, Reggio Emilia, Parma) in breve si occupa del trasferimento di persone e merci nel rispetto dell’ambiente. Ancora, l’ITS per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) di Torino, indicato da INDIRE come primo ITS in questo ambito, presenta vari corsi tutti denominati in inglese (Digital Strategist Web e Mobile Developer; Software Developer; Cyber Security Specialist; SOC Analyst; Cloud Specialist; AWS Cloud Architect; Business Intelligence Software Developer; Business Application Developer; AR/VR and 3D Artist; Data Analyst e AI Specialist; Full Stack Developer), per cui aprendo a caso il link del primo (Digital strategist) sappiamo che il corso biennale è finalizzato alla costruzione di una professionalità in grado di operare, gestire e ottimizzare, oltre che ideare e pianificare un progetto di Digital Marketing.

Tutta questa importante e innovativa costruzione, come detto un “vero” secondo canale dell’istruzione e formazione, potrebbe correre il rischio di perdere mordente se manca una relativa pratica di orientamento capace di intercettare e incanalare (è la parola giusta) le attitudini dei giovani. Occorre il concorso di varie soggettività (docenti, famiglie, formatori, imprese, istituzioni) ma soprattutto la continua pubblicizzazione dei risultati (anche se talvolta non del tutto in linea con le aspettative).

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