150 euro lordi per 13 mensilità: è quanto percepiranno gli insegnanti dopo il rinnovo del contratto 2022-24. Poi toccherà al nuovo biennio. E Valditara...
Gli stipendi aumentano (poco), i problemi restano (tutti). Prima del nuovo contratto collettivo di lavoro 2022-’24 siglato ieri da tutte le parti, Cgil esclusa, la scuola italiana era, e rimane oggi, l’autentico “buco nero” della Repubblica. Una voragine che inghiotte non solo il presente dei giovani ma, in prospettiva, il loro futuro sotto il profilo educativo, culturale, professionale. Che è come dire costruire la casa-Stato sulla sabbia.
Non si vuole, intendiamoci, sputare nel piatto dove si mangia, per dirla con un’espressione fin troppo popolare, ma efficace: una media di 80 euro netti mensili in busta paga (perché di questo si tratta, a fronte dei 150 lordi stanziati dal governo) sono pur sempre 4 volte l’aumento stabilito solo pochi giorni fa per le pensioni minime e, coi tempi che corrono, bisogna fare buon viso a cattivo gioco.
Ma, proprio per i tempi che corrono, tale aumento copre per circa un terzo l’inflazione dell’ultimo triennio. Parola di sindacato. Senza contare – il paragone è brutto, ma che ci volete fare – che una settimana fa i medici hanno ottenuto un aumento quasi doppio.

I mugugni sono tanti (fatevi un giro sui social o sui siti specializzati, per esempio sul gettonatissimo OrizzonteScuola, e ne leggerete delle belle) perché quando c’è di mezzo il vil denaro ciascuno si sente in dovere di sguainare la spada, qualche volta a ragione.
Poi il fiume in piena dei pro e soprattutto dei contro torna negli argini e il “buco nero” rimane uguale a prima. Quello di una scuola cui non può bastare (pur se sacrosanto, ci mancherebbe) un aumento di stipendio per risolvere qualcuno dei suoi giganteschi problemi. La cultura è morta, l’educazione è morta e anche la scuola non si sente tanto bene.
Una nota positiva: l’impegno del ministro Giuseppe Valditara a sedersi subito con le parti sindacali per rinnovare il contratto 2025-’27, con l’obiettivo di chiuderlo entro la data di scadenza. Sarebbe una novità assoluta.
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