“Ed io che sono? Individuo, persona, soggetto” è il tema delle Romanae Disputationes 2026, concorso nazionale di filosofia giunto alla 13esima edizione
Via alle Romanae Disputationes 2026, il concorso nazionale di filosofia che coinvolge studentesse e studenti provenienti da oltre cento scuole italiane. Sul tema di questa edizione, Ed io che sono? Individuo, persona, soggetto ha svolto la lezione inaugurale il 3 ottobre scorso, nell’Aula Magna della Università Cattolica di Milano, Stefano Bancalari, professore di filosofia della religione nell’Università “La Sapienza” di Roma.
L’iniziativa, giunta alla 13esima edizione, si conferma un’occasione unica di formazione e di dialogo critico per i giovani, chiamati a esercitare la ragione come strumento fondamentale per “recuperare l’umano”. Non basta, infatti, che l’io si chiuda in se stesso: esso ha bisogno di aprirsi, di incontrare l’altro per compiersi pienamente.
Al centro della lezione, Bancalari ha riproposto con chiarezza le domande originarie e sempre attuali che accompagnano il pensiero filosofico sulla natura dell’“io”: “Che cos’è l’io? Come nasce l’io? Dire ‘io’ significa riferirsi a un individuo biologico tra gli altri o a qualcosa di irriducibile? L’io è libero o necessitato? Posso conoscermi da solo, oppure ho bisogno dello sguardo dell’altro?”
Domande radicali che affondano le loro radici in un passo celebre di Giacomo Leopardi, tratto dal Canto notturno di un pastore errante dell’Asia:
“Che fa l’aria infinita, e quel profondo/ Infinito Seren? che vuol dir questa/ Solitudine immensa? ed io che sono?”
È proprio da questo verso – “ed io che sono?” – che prende le mosse il tema della nuova edizione. Il pastore leopardiano, immerso in una solitudine immensa, interroga sé stesso non tanto chiedendo “chi sono io?”, ma piuttosto “io che sono?”: un interrogativo più profondo, volto a cogliere l’essenza dell’io.
Il prof. Bancalari ha mostrato come la questione dell’io entri con forza nella modernità: con Cartesio nasce infatti l’io come autocoscienza, cioè come punto di partenza del pensiero. Ma il percorso filosofico è ampio e variegato: da Aristotele con la sua visione sostanziale a Locke, che identifica l’io con la memoria e la consapevolezza; da Hume, che arriva a considerare l’“io” una semplice illusione, fino a Heidegger, che nella sua analitica esistenziale afferma che l’essenza dell’io consiste nella sua esistenza e che perciò va riguadagnato come essere temporale che in ogni istante cerca di ricomprendersi: “L’Esserci è ogni volta mio”. Infine, con Levinas, per cui l’io trova sé stesso nel volto e nello sguardo dell’altro.
Si tratta di prospettive che rivelano quanto l’io sia al tempo stesso un problema metafisico ed esistenziale: non un concetto da definire una volta per tutte, ma un’esperienza che si gioca nel rischio e nella responsabilità di “metterci la faccia”.
Un aspetto centrale della lezione è stato il riconoscimento del bisogno che l’io ha dell’altro: nessuno può rispondere da solo alla domanda “chi sono?”. L’io si rivela, infatti, solo nello specchio di uno sguardo esterno, in un dialogo che lo apre a nuove prospettive.
Bancalari ha concluso richiamando Leopardi e lo sguardo gelido e distaccato che la Luna lancia all’uomo, sottolineando questo dramma esistenziale: la Luna ci osserva ma non risponde, lasciando l’uomo sospeso nel suo interrogarsi. È proprio in questa tensione, vivificata nell’incontro con il volto dell’altro, che nasce la domanda della filosofia sull’io.
La lezione inaugurale ha posto basi per il lavoro di riflessione che attende i giovani partecipanti, aiutati dalle videolezioni realizzate da importanti accademici, e chiamati nei prossimi mesi a elaborare le proprie posizioni e confrontarsi con i compagni per creare i loro paper, i video, i monologhi da portare e concorso e per le dispute filosofiche Age contra. Novità di quest’anno è l’introduzione dei RD-Paths, una categoria di concorso dedicata agli studenti degli istituti tecnici e professionali, che arricchisce ulteriormente il panorama di partecipazione.
La lezione del prof. Bancalari è stata stimolante e coinvolgente, offrendo strumenti per affrontare una delle questioni più radicali dell’esperienza umana. Toccherà ora agli studenti, guidati dai loro docenti, raccogliere la sfida e trasformare quelle domande in pensiero vivo, capace di aprire nuove vie di comprensione di sé e del mondo.
La scuola è viva, finché vive in essa il pensiero critico che la filosofia porta con sé. “Educare a pensare”, infatti, è la dote insostituibile della filosofia per tutta l’umanità che cerca il dialogo come antidoto alla violenza e alla guerra.
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