Undicesima giornata di Serie A. Quando Kolarov, attorno alla mezz’ora e con la Maggica in vantaggio di una rete, si è fatto parare un rigore da Meret, tutti abbiamo capito che sarebbe stato difficile per una Roma, partita alla grande e passata con una splendida rete di Zaniolo, tenere il vantaggio. Infatti i partenopei ,fino ad allora balbettanti, hanno preso in mano le redini del gioco e creato grandi pericoli per il Napoli. Quando i partenopei attaccavano sulla sinistra erano sempre dolori per i capitolini. Palo e traversa colpiti dal Napoli nella medesima azione. Però la legge del calcio non fa sconti a nessuno. Gli azzurri, che non sono riusciti a raggiungere il pareggio nel primo tempo, ad inizio ripresa si sono trovati i giallorossi rigenerati da Fonseca e capaci di chiudersi ripartendo con azioni incontenibili. Raddoppio su rigore, ne aveva già sbagliato uno, e Roma più vicina al terzo goal che il Napoli al recupero. Tutto ciò fintanto che, sul primo errore dei maggichiani, Milik ha inchiappettato Pau Lopez. Da li è iniziata una nuova partita con tutti a cercare di sopravanzare l’avversaria. Rocchi ha sospeso la gara per alcuni minuti per discriminazione razziale da parte di uno sparuto gruppo di acefali. Una macchia in una bellissima gara. E se la tecnica migliore fosse non ascoltarli? Mi pare che più se ne parla, più costoro si sentono autorizzati a pensarsi protagonisti. Per loro forse la sospensione di un incontro è una conquista.
L’Inter dovrebbe essere l’anti Juve in Serie A? In quale film? Se fatichi a vincere a Bologna contro un gruppo di ex bauscia pensionati in Emilia significa che sei proprio alla frutta. Non sono le riserve che mancano all’Inter, sono i titolari che non sono ancora
in forma piena come Lukaku, o scoppiati come Brozovic. Il panchinaro Lazaro il suo lo ha fatto, ha creato per Lukaku una occasione enorme che questi, per goffaggine, non ha trasformato in rete. Poi, quando non te l’aspettavi più, il belga si è svegliato e ha smentito tutti. Però, rispetto alle aspettative manca ancora molto. Possibile che Politano sia così imbrocchito da non poter essere messo in campo al posto di un inesistente Biraghi? O Borja Valero non sappia gestire il gioco meglio del Brozovic degli ultimi incontri? Forse Conte deve un attimo assestare le idee. Poi la sfortuna, che se la prende sempre con i polli, ci ha messo del suo facendo annullare per questioni di centimetri due reti interiste nel primo tempo. Il Bologna ha fatto la sua partita. Ha un buon portiere, con cognome che pare un codice fiscale, e il vecchio Palacio che fa impazzire ancora tutti. Ha trovato una rete su deviazione e l’ha saputa difendere fino alla prima rete nerazzurra. Poi autobus sulla linea di porta e pareggio quasi assicurato. Ma siccome tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino: continuando a rischiare, i felsinei alla fine l’hanno presa sul gobbo. Rigore quasi netto su Lautaro, tiro di Lukaku e tifosi bolognesi a piangere in piazza Grande. Socmel!
Rigore per il Torino! Arbitro e Var non lo vedono. Ma come è possibile? De Ligt, come in tutte le partite di Serie A, dopo un colpo di testa di Belotti blocca la palla col braccio ma… niente. Tutto il primo tempo è riassumibile in questo episodio e su una parata di Sirigu allo scadere. Il Toro ha impostato l’incontro sui nervi e, all’inizio, ha sorpreso la Gobba. Poi la maggior forza fisica e tecnica dei bianconeri ha cominciato ad avere il sopravvento. Si sono impossessati del centrocampo e cominciato a far girare la palla con maggiore velocità. I granata erano però in giornata e hanno saputo reggere agevolmente per tutta la prima parte. Alla ripresa il Toro ha dato l’impressione di lasciarsi schiacciare un po’ troppo. Entrambe le squadre lasciavano pochi spazi, pareva una partita a scacchi. Tutto è proseguito senza infamia e lode finché una stoccata di De Ligt ha matato il Toro che un pareggino se lo sarebbe meritato tutto. Ha saputo pressare alto ma ha buttato al vento, stupidamente, almeno tre occasioni da rete.
Il Milan ce l’ha messa tutta. E’partito molto bene però ,bisogna ammetterlo, la qualità della Lazio è subito apparsa superiore. I casciavit facevano girare la palla con poca pericolosità, i biancocelesti appena ripartivano rischiavano di segnare. Da una parte la buona volontà dei rossoneri, per l’occasione con i rinforzi ex Empoli – tali Krunic e Bennacer – dall’altra la tecnica dei laziali. Giusto il pareggio al termine della prima metà gara. Coraggioso Pioli ad inizio ripresa: ha piazzato due prime punte. Pareva aver fatto bene, la Lazio non appariva imbattibile. “La fortuna aiuta gli audaci” deve aver pensato l’allenatore rossonero. Ma non ha valutato che “chi troppo vuole nulla stringe”. E’ lapalissiano: un punto sarebbe stato meglio di zero. E fu così che i romani vinsero nonostante il pareggio sarebbe stato più giusto.