Terza di ritorno in Serie A. Ma quale sarà la malattia che ha colpito la Maggica? Va forte contro l’Inter, nel derby e poi prende scoppole da tutte le parti. Fonseca dà l’impressione di non aver ancora capito il nostro campionato e, specialmente, Roma. Il caos societario non aiuta. Perché è stato ceduto Florenzi, simbolo della romanità, mettendo in campo due esterni bassi di dubbia efficienza salutistica? Dzeko doveva essere ceduto,fare cassa e comperare un centravanti rapido che fosse più adatto alle teorie fonsechiane e un centrocampista. Nessuno, quando manca Diawara, sa fare filtro. Ora la Lazio che funziona e il Milan che, lentissimamente, risale, mettono altra pressione ai giallorossi in materia di futura Champions.
I gobbi hanno battuto la Fiorentina aiutati da un paio di rigori, il primo quasi giusto, il secondo inesistente. Perchè si continua ad aiutare una squadra già fortissima? Comincia a chiederlo anche Commisso, il presidente viola. E’ presente in Italia da poco, per questo si pone una domanda alla quale sanno rispondere anche i bambini piccoli. La Juve deve vincere il campionato e Ronaldo la classifica cannonieri di Serie A, e più non domandare, direbbe un toscano doc, l’Alighieri. La Lazio di Lotito è l’unica che può permettersi di alzare la testa senza rischiare che gliela taglino. Poi è anche forte: ieri ha asfaltato la Spal. Milan “deibranizzato” in grande apprensione con il Verona. Poi, a metà ripresa, espulso Amrabat – il miglior giocatore dei veneti – tutto si è girato per i casciavit che hanno potuto arrembare l’Hellas. Evidentemente i rossoneri, forti delle ultime giornate vittoriose, pensavano di avere diritto ad una facile vittoria sui veneti. Con Zlatan a riposo per il derby, la vita dei milanisti è stata invece di sacrificio. Senza vere punte non si vince. Il Milan infatti ha chiuso, e va fin troppo bene così, sul pareggio. Ugualmente ha fatto la Dea: pareggio contro un arcigno Genoa e, pertanto, niente sorpasso alla Maggica. Pareva una giornata favorevole al terzetto di testa.
Però, nella prima parte di gara, i bauscia non sono parsi sufficientemente determinati. C’era la scusante di una squadra completamente nuova che soffriva delle assenze di Brozovic e Lautaro. Eriksen deve abituarsi alle marcature italiane ed Esposito deve mangiare ancora centinaia di michette per essere da Inter. L’Udinese giocava a memoria e metteva in difficoltà, in particolare sulle fasce, gli avversari. L’occasione più favorevole l’ha avuta però Vecino che, su passaggio filtrante di Moses, ha svirgolato un pallone che era solo da spingere in rete. A metà ripresa è bastato l’ingresso di Brozovic, a sostituire Eriksen – che deve logicamente ancora entrare negli schemi – e di Sanchez, al posto del bambino, per dare la scossa ai nerazzurri che, con un colpo da biliardo di Lukaku, si sono portati in vantaggio. Pochi minuti e rigore netto su Sanchez, Lukaku concede il bis. Da quel momento Udinese annichilita e Inter che controlla la partita che le permette di presentarsi al derby con grande tranquillità. Moses e Eriksen sono parsi due ottimi innesti e, specialmente il primo, già inseriti nella manovra nerazzurra.
Lo scontro di Serie A con il Milan sarà difficile. Vinca chi vuole, basta abbia la maglia dei colori del cielo e della notte. E’ un’Inter 4.0. Speriamo abbia il medesimo successo dell’incontro, su tale argomento, organizzato la scorsa settimana in Ucimu. Pensate, 180 imprenditori ad ascoltare le nuove disposizioni in materia di agevolazioni per l’acquisto di tecnologie avanzate. Per essere alla pari, data la diversità di richiamo, dovremmo pensare ad uno stadio, per Inter vs Milan, con 180000 presenze.