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Home » Calcio e altri Sport » Calcio » Serie A » SERIE A/ Milan vince con merito, l’Inter con paura (e i cambi), ma la Juventus…

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SERIE A/ Milan vince con merito, l’Inter con paura (e i cambi), ma la Juventus…

Alfredo Mariotti
Pubblicato 14 Agosto 2022
Dumfries Inter Fantacalcio

Denzel Dumfries, Inter (Foto LaPresse)

Serie A, 1^ giornata: l’analisi di Alfredo Mariotti sulla nuova stagione del massimo campionato di calcio. Il Milan riparte con lo scudetto sulla maglia e vince, l'Inter con uno spavento...

Vai col nuovo campionato! Lo scudetto, a sorpresa, è sulle maglie dei casciavit. Nemmeno il più rossonero dei tifosi lo avrebbe pensato. Ora sarà più facile ripetersi, è una squadra giovane, non può che essere in crescendo. Tutto il contrario dei bauscia. Hanno buttato al vento, come spesso è successo nella loro storia, uno scudetto imperdibile. Ora, pur con il ritorno all’ovile di Romelone, non sarà facile per i nerazzurri ripetere una terza stagione di successi. Vedo più avanti le gobbentruppen, hanno fatto acquisti per vincere subito e solo per una stagione. Manca ancora qualcosa a centrocampo ma per la Serie A hanno già fin troppo. Si è molto rafforzata la Maggica, grandi entrate di giocatori con poca spesa, Mou è sicuramente capace di farli rendere al massimo allargando la lotta per lo scudetto. Mi pare più debole il Napoli. Anche gli azzurri hanno avuto l’occasione scudetto lo scorso anno ma l’hanno buttata.

Le altre si rotoleranno lottando per l’Europa o per evitare il pericolo di scendere in zona pericolosa. Se Calenda ha pianificato l’incontro/divorzio con Letta deve essere qualificato come un grande stratega politico, magari un po’ spregiudicato. Ma se in politica agisci con troppo giudizio sei finito. È parsa un’Azione alla Moggi, che ci sia stato Renzi a fare la parte del diabolico dg juventino? In generale i due gruppi principali delle vicine elezioni mi paiono giocare con impostazioni molto diverse: il centrodestra a zona, ogni partito fa la sua parte, che sia stato nel governo Draghi o all’opposizione non conta, vale la massa d’urto, il centrosinistra marca a uomo, mira a difendersi attaccando su difetti degli avversari più che impostare un proprio gioco. Entrambi gli schieramenti debbono però stare molto attenti a cosa farà il centrocampo, spesso alla fine vince chi sa meglio accappararselo, tenerselo vicino visto che il gioco. Se non sei una squadra nettamente superiore, passa dal regista, e in politica non è obbligatorio che sia schierato prima del voto con te. Non capisco perché invece di inventarsi agevolazioni spesso improponibili, nessun partito parli di quoziente familiare o splitting delle imposte, il metodo di imposizione più equo per qualsiasi gruppo familiare.

Intanto è partita col botto la prima dì campionato di Serie A Milan e Inter sono già scese in campo, le altre seguiranno. I diavoli, dopo lo spavento iniziale dovuto alla prima rete della stagione che ha dato il vantaggio all’Udinese, hanno pigiato il piede sull’acceleratore e al quarto d’ora avevano già ribaltato il risultato. Grande corsa e rigore per il pareggio. Poi azione di squadra conclusa da Rebic in rete. La squadra ha mostrato le caratteristiche dello scorso anno: non sono i singoli a fare la differenza ma la coralità di gioco. Inoltre, in questo momento i rossoneri giocano con l’entusiasmo di chi si è trovato a vincere uno scudetto impensabilmente. Contro i friulani, dopo essere passato in vantaggio, il Milan ha cominciato a giochicchiare pensando finito l’incontro. Errore gravissimo, se perdi concentrazione ogni squadra della massima serie può battere anche la più forte. Così è stato e il primo tempo si è chiuso in pareggio. La buona sorte ha però fatto sì che, entrati in campo per il secondo tempo, i rossoneri passassero subito in vantaggio altrimenti se fossero trascorsi dieci minuti la situazione si sarebbe fatta difficile. Comunque una bella gara, il Milan ha vinto con merito ma i bianconeri non hanno mai mollato.

A Lecce Lukaku dopo novanta secondi era già andato a rete su splendida azione di Dimarco e assist di Darmian. Poi, enza patemi d’animo ma anche senza grinta l’Inter per tutto il primo tempo ha controllato l’avversaria che mai ha dato l’impressione di essere pericolosa. Squadra troppo lunga, la mancanza di Perisic si è molto sentita. A sorpresa Inzaghi ha piazzato Dimarco come centrale di sinistra e Gosens più avanti. I giallorossi hanno cercato di tamponare la regia di Brozovic marcandolo a uomo. I pugliesi hanno mostrato grande intensità di gioco, i nerazzurri non sono parsi capaci di rispondere con altrettanta corsa. Infatti, iniziata la ripresa, la volontà leccese ha avuto successo: pareggio e prospettive più pugliesi che lombarde. L’Inter attaccava sulle fasce allargandosi, questo permetteva, quando perdeva palla, al Lecce di ripartire con lanci lunghi al centro che mettevano in difficoltà gli avversari.

L’Inter ha mostrato più tecnica ma il Lecce una corsa doppia. Finalmente dopo un’ora di gioco Inzaghi ha capito che Gosens non è, per ora, un giocatore da Inter e Brozovic non al massimo della forma. Con i cambi Dimarco si è piazzato nel suo ruolo naturale, quinto da sinistra e i risultati si sono visti. Continui cross in area hanno creato grandi difficoltà alla difesa leccese. Poi l’ingresso di Dumfries e Dzeko ha portato alla trasformazione dell’Inter in un’armata d’attacco: tiri, reti sfiorate e parate di Falcone hanno impedito che il possesso totale del campo si trasformasse in vittoria. Tutto ciò fino al novantacinquesimo quando il dio del calcio ha deciso per la giustizia. Calcio d’angolo e, con un po’ di lato B, Dumfries ha buttato la palla in rete per la gioia della tifoseria interista e l’incavolatura delle altre.


DIRETTA/ Verona Atalanta (risultato 0-0) video streaming tv: gioca Krstovic! (Serie A, 6 dicembre 2025)


Queste sono le vittorie che danno morale, ricordiamoci del Milan lo scorso campionato con Lazio, Fiorentina e Verona. Hanno vinto anche l’Atalanta contro una Samp da retrocessione e il Torino, avversario di un Monza che deve ancora trovare l’amalgama di squadra. Per le altre, Juve in testa, non c’è che da aspettare.


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