L’ATTORE SHIA LABEOUF È ENTRATO UFFICIALMENTE NELLA CHIESA CON IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA
Ha del prodigioso e dell’incredibile il percorso di fede (strettamente personale) e di profonda maturità della star di Hollywood Shia LaBeouf: dopo la conversione al cattolicesimo raccontato in questi ultimi anni, specie dopo il ruolo nel film di Abel Ferrara su Padre Pio, il suo percorso personale è proseguito al riparo dai riflettori del cinema e dei gossip. A fianco della sua guida spirituale – padre Alexander Rodriguez – e con gli altri Frati Cappuccini della parrocchia Old Mission Santa Inés a Solvang, in California, la domenica di Capodanno è stato cresimato entrando così ufficialmente nella Chiesa.
«Siamo entusiasti di condividere che il nostro caro amico Shia LaBeouf è entrato pienamente nella Chiesa lo scorso fine settimana attraverso il sacramento della Cresima», scrivono in una nota, rilanciata dal “Catholic Herald”, i Frati Cappuccini della Provincia dell’America Occidentale. Shia LaBeouf ora però vorrebbe continuare nel percorso di fede che l’ha portato a riconoscere la salvezza di Gesù all’interno della sua travagliata vita. Sposato dal 2016 con l’attrice Mia Groth, il 30enne protagonista della saga “Transfomers”, brillante anche nei ruoli in “Fury” e nel figlio di Indiana Jones con Harrison Ford, si appresta a rilanciare ulteriormente la propria esistenza donandosi a Dio con tutto se stesso.
“VOGLIO DIVENTARE DIACONO”: DA “BAD BOY” ALLA CONVERSIONE DOPO IL FILM SU PADRE PIO
«Shia LaBeouf ha detto spontaneamente: ‘Voglio diventare diacono‘, e si sente ancora così»: così racconta padre Rodriguez alla Catholic News Agency, dopo che negli ultimi anni il giovane attore «ha intrapreso un profondo viaggio spirituale che lo ha portato ad abbracciare gli insegnamenti della Chiesa cattolica». «Ho abbracciato Gesù e la fede», raccontò Shia in una lunga intervista con il vescovo statunitense Robert Barron dopo aver ricevuto il Sacramento della Comunione: «Comincio a sentire un sollievo e inizia a sembrare, come, rigenerante, e inizio a godermelo a tal punto che non voglio perderlo, mai».
Finito in brutti giri dopo i primi successi al cinema, Shia LaBeouf nel giro di pochi anni è riuscito a rovinare carriera, famiglia e primi affetti: «la mia vita era un completo disastro», ammise più volte l’attore accusato anche di abusi da una sua ex compagna. Ha lottato contro l’alcolismo, è stato arrestato più volte ed è stato anche denunciato da un’ex fidanzata che sosteneva di averle consapevolmente trasmesso un’infezione sessuale. Nel pieno dell’abisso, un primo incontro inatteso è giunto per LaBeouf con un monastero francescano: «qui ho sperimentato la misericordia di Dio per i peccatori». Racconta di un cambiamento improvviso, «è stato vedere altre persone che hanno peccato al di là di qualsiasi cosa potessi mai concettualizzare essere trovate in Cristo che mi ha fatto sentire come, ‘Oh, questo mi dà speranza’».
L’incontro con quei frati e con le tante testimonianze poi abbracciate, porta Shia LaBeouf a rilanciarsi anche come attore fin nello studiare a fondo la vita di Padre Pio per un ruolo di comprimario nel film di Abel Ferrara con Brad Pitt. Dopo le riprese del film il “cambiamento” si è affermato definitivamente: Shia si è convertito, ha iniziato a ricevere i Sacramenti e al “The Hollywood Reporter” ha raccontato che Mel Gibson lo ha preso sotto la sua “ala protettrice” nel difficile mondo di Hollywood, preservando il suo essere cristiano e salvandogli anche la carriera (atteso nel 2024 per LaBeouf un ruolo nel film “Megalopolis” di Francis Ford Coppola). Ora vuole divenire diacono per continuare a dare fiducia a quel “quid” che gli ha stravolto la vita salvandolo letteralmente dall’abisso in cui era finito: «Come francescani, crediamo nel potere trasformativo della fede e nell’incredibile impatto che può avere nelle nostre vite. Siamo onorati e grati di camminare al fianco di Shia mentre compie questo importante passo nel suo viaggio spirituale», raccontano sempre alla CNA i fratelli che continuano ad accompagnare Shia LaBeouf, «La sua decisione di entrare a pieno titolo nella Chiesa testimonia il suo sincero desiderio di crescere nel rapporto con Dio e di vivere i valori del Vangelo».