“Smetto quando voglio – Ad Honorem”
è l’ultimo capitolo della trilogia diretta da Sydney Sibilia: “Il percorso di Smetto quando voglio è durato per gli spettatori quattro anni e per noi cinque o sei e sì, come ogni trilogia racchiude un pezzo di storia lasciando per questo un senso di nostalgia, la stessa che solitamente ti prende con la fine di grandi saghe. È questo il sentimento che penso si leghi molto a Smetto quando voglio – Ad honorem”, ha detto il giovane regista come riporta Cinematographe. Edoardo Leo ha aggiunto: “Quando l’ultimo giorno sul set ho tolto la giacca di Pietro Zinni mi è venuto in mente il giorno in cui un giovane ragazzo di Salerno è venuto da me per realizzare un’opera prima che non sapevamo neanche come si sarebbe potuta fare. È stato un investimento, anche molto umano quindi c’è un piccola parte di commozione nel pensare di essere giunti alla fine”. Stefano Fresi ha voluto ringraziare Sibilia per l’occasione: “Smetto quando voglio mi ha cambiato la vita, ha cambiato la percezione che il pubblico e i produttori hanno di me e questo è estremamente importante. Questa saga mi ha dato davvero tanto, molto più di quanto probabilmente io ho dato a lei”. Ricordiamo che il film “Smetto quando voglio – Ad Honorem” andrà in onda su Rai 3 a partire delle 21.20 ma sarà possibile vederlo anche sintonizzando i propri dispositivi mobile a Rai Play, cliccando qui.
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Nel cast Edoardo Leo
Smetto quando voglio – Ad honorem
va in onda stasera, 14 giugno 2019, su Rai 3. Una storia intricatissima e ricca di indagini poliziesche in un settore molto particolare del crimine, il commercio di gas nervini, prende vita nel sequel del precedente ‘Smetto quando voglio – Masterclass’. Prodotto nel 2017 dal trittico di case Fandango, Groenlandia e Rai Cinema, ‘Smetto quando voglio – Ad honorem’ fu diretto dal regista salernitano Sydney Sibilia, un cineasta nato nel cortometraggio con impegno anche sociale, un occhio di riguardo alla sua realtà campana, un occhio invece proiettato ed evoluto in un universo nazionale, in quel momento Sydney Sibilia diviene regista completo.
Lo ricordiamo per le pellicole di questo trittico che iniziò nel 2014 con ‘Smetto quando voglio’, proseguito nel 2017 con ‘Smetto quando voglio – Masterclass’ e nello stesso anno il nostro lungometraggio del 14 giugno 2019. Nel cast il protagonista è l’attore romano Edoardo Leo, giovane promessa al tempo dell’uscita di un film che lo rese celebre nel circuito nazionale come ‘Billo – Il grand Dakhaar’ diretto da Laura Muscardin, poi inserito nel super cast di ‘Nessuno mi può giudicare’ on Paola Cortellesi, Raoul Bova, Lucia Ocone e Caterina Guzzanti, in queste settimane al cinema con il nuovo film di Massimiliano Bruno ‘Non ci resta che il crimine’ assieme ad Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli. Il cast di ‘Smetto quando voglio – ad Honorem’ si compone di tanti outsider e giovani promesse del cinema nazionale e troviamo in una piccola parte anche il grande comico, cantante, artista napoletano Beppe Barra, forse il Pulcinella per eccellenza.
Smetto quando voglio – Ad honorem, la trama del film
Passiamo ora ad analizzare la trama di Smetto quando voglio – Ad honorem. Pietro Zinni (Edoardo Leo) è rinchiuso in carcere in seguito alle vicende che avrete già visto nel precedente film. In ogni caso collabora con gli inquirenti cercando la sua giustizia, sicuro di avere subito un torto con l’incarcerazione, mettendoli in guardia su un traffico di gas nervini sintetizzati per scopi poco convenzionali clandestinamente. Qualcuno inizia a credergli, una giornalista, Alice Gentili, la stessa che scrisse l’articolo che lo incrimina quando Pietro fu arrestato all’intenro di un tecnopolo abbandonato dove assieme alla sua banda sintetizzavano una droga sintetica. Lo stesso tecnopolo, quando in attività, fu sotto gli occhi della magistratura per una morte sospetta ed un ferito sopravvissuto, Claudio Felici detto ‘Murena’, rinchiuso a Rebibbia. Sembra che proprio il Murena fosse coinvolto nella produzione clandestina di gas nervino e Pietro chiede il trasferimento nel carcere dove è rinchiuso l’indagato per andare a fondo al mistero aiutando la giornalista e, di conseguenza, la magistratura e le forze di polizia investigativa. Riuscirà a portare alla luce la verità, mostrando al paese di essere diverso da ciò che le apparenze mostrano?