LE REGOLE DEL BUON POLITICO… SENZA “EMPATIA” E COERENZA, MA ONESTO E COMPETENTE. ‘L’IDENTIKIT” DELL’ELETTORATO DI SINISTRA
Dal Premier al Ministro, passando per il sindaco, il parlamentare o il consigliere regionale, finendo per il Governatore di una Regione: diversi ruoli, un unica professione – quella del politico – che viene ora sottoposta ai “raggi x” dagli ultimi interessanti sondaggi di Ilvo Diamanti per Demos su “La Repubblica”. Cosa è “buon politico” e cosa significa oggi per gli italiani approcciarsi all’immagine di un “buon funzionario” della cosa pubblica: parte da qui l’indagine condotta da Demos con l’Università di Urbino “Carlo Bo”, specificando subito che non risulta esserci una sola figura “unica” di un buon rappresentante dello Stato. Fuoriescono invece caratteristiche e specifiche anche molto diverse tra loro, che però molto raccontano (e svelano) delle concezioni interne dei singoli elettorati.
Se infatti nel Centrodestra una maggiore preponderanza viene lasciata ai valori della coerenza e della maggiore empatia nel comprendere i problemi della gente, a sinistra e verso l’area centrista prevale invece il tema dell’onestà e della competenza. Il risultato però – come ravvisa Diamanti nei suoi sondaggi pubblicati il 27 gennaio 2025 su “La Repubblica” – non è molto confortante specie per il “campo largo progressista”: viene infatti come confermata la tendenza di quella sinistra amata dalle “ZTL”, piuttosto che dalle fasce più popolari dei cittadini alle prese ogni giorno con problemi concreti come lavoro, sanità, scuola e sicurezza dei quartieri.
Davanti alle opzioni “essere una persona onesta” e “capire i problemi della gente”, il risultato del sondaggio è piuttosto netto: nel primo caso spopolano gli elettori di Pd e M5s, mentre nel secondo è il Centrodestra che intercetta meglio la “richiesta”. Gli elettori dem ritengono al 51% che la caratteristica principale che un politico deve avere è l’onestà e la trasparenza, seguiti dal 50% del M5s, 49% in quota FdI, 47% per forza Italia, solo 41% per Lega e 38% per gli elettori di Calenda e Renzi (rispettivamente di Azione e Italia Viva). Di contro, che un politico possa saper comprendere davvero le problematiche dei cittadini è considerato un valore sopratutto per gli elettori del Carroccio (41%), per l’elettorato ex grillino (36%) e a pari merito chi vota Meloni e Tajani (32%); solo al 29% l’empatia politica e sociale è considerata una priorità per l’elettorato di Pd e Terzo Polo.
COSA DICONO GLI ALTRI SONDAGGI DEMOS SULLE QUALITÀ DI PARTITI E POLITICI
Come sottolinea anche Diamanti a corredo dei sondaggi Demos apparsi su “Rep”, agli italiani convince più di tutti un politico che si avvicini alla piena “normalità”: da qui il successo recente della Premier Giorgia Meloni, un leader che può non appaia come tale (o almeno che abbia più caratteristiche di comprensione dei problemi della gente). Non deve stupire però quella bassa preponderanza di “sagacia” nella comprensione sociale dimostrata dagli elettorati di Pd e Renzi, dato che appunto il Centro-sinistra negli ultimi anni si è allargato soprattutto nelle aree più abbienti, o nei centri-città più ricchi ed evoluti.
«Un “buon politico” dovrebbe allargare lo sguardo oltre questi confini. Che sono, demograficamente, limitati. Al punto di rendere più difficile “competere” sul mercato elettorale», scrive il responsabile dei sondaggi Demos, svelando altri passaggi dell’indagine relativa al tema della coerenza. Se infatti nell’area di Centrosinistra prevale su tutto un politico che sia “competente e capace” – la pensano così il 73% degli elettori renziani e calendiani, il 58% del Pd e il 51% del M5s – negli elettorati vicini al Governo Meloni vince su tutta la linea la coerenza con le promesse mantenute in campagna elettorale. Il 44% dei leghisti la pensa così, come il 39% di elettori FdI e il 38% in Forza Italia: più vicini alla gente, ai loro problemi e in grado di poter raccogliere qualcosa del tanto che sempre viene promesso, su questo si spiega la recente vittoria del Centrodestra alle Elezioni politiche e la tenuta sostanziale nei sondaggi (e nei voti amministrativi) dopo due anni dall’insediamento a Palazzo Chigi.