Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia continuano a conservare un ottimo consenso in Italia. Questo principalmente per quattro ragioni

Giorgia Meloni è al lavoro dopo l’intesa tra Ue e Usa sui dazi raggiunta domenica in Scozia. Per la Premier italiana si tratta di un accordo di massima e “quindi c’è ancora da battersi” per tutelare l’export italiano, tramite specifiche esenzioni, e le imprese che potrebbero vedere i loro fatturati colpiti dalle tariffe americane, tramite compensazioni concordate con la Commissione europea. La leader di Fratelli d’Italia sembra godere di un’ottima reputazione internazionale, considerando che il Time le ha dedicato la copertina la scorsa settimana, definendola leader di un “nuovo nazionalismo populista e pro-Occidente”. Ma quanto conta a livello interno? Ne abbiamo parlato con Arnaldo Ferrari Nasi, sondaggista e analista politico.



Meloni guida l’Europa come sostiene il Time?

Non esageriamo. Tra media e politica reale c’è sempre una differenza. Qualcuno prova anche a escluderla, però è innegabile che sia considerata dai media internazionali come una figura “populista”.

Populista?

Non io, ma i giornalisti internazionali, come anche la sinistra francese, la legge così. Io vedo altro: Meloni è pro-Ucraina, pro-liberalismo, niente a che vedere con l’estrema destra.



Lei studia i dati dei sondaggi da oltre 30 anni, ha mai visto un leader con un consenso così stabile?

No. Normalmente la “luna di miele” di un Governo dura cento giorni. Dopo due anni e mezzo Meloni e Fratelli d’Italia sono sempre tra il 28% e il 30%.

Cosa rende possibile questo risultato?

Quattro fattori. Primo, la capacità politica personale di Meloni. Fa politica da trent’anni, con passione autentica. Secondo, i contenuti: Fratelli d’Italia non nasce dal nulla, è l’erede di Alleanza Nazionale e Msi, con una struttura radicata da 80 anni. Terzo, la novità di una donna al governo, con uno stile meno elitario, che ha attratto anche chi era lontano dalla politica.



E il quarto fattore?

La debolezza delle opposizioni: divise, litigiose, senza una leadership riconosciuta.

Per gli elettori, quanto conta Meloni rispetto al partito?

Molto. Nel 2022 il 34% votava Fratelli d’Italia principalmente per lei. Nel 2025 questa percentuale è salita al 40%. Un altro 28% vota il partito per i valori storici della destra italiana.

Quindi senza Meloni che cosa succederebbe?

Oggi Fratelli d’Italia ha circa il 30%. Senza Meloni, continuerebbe a votarlo stabilmente tra il 56% e il 59% dei suoi elettori, ma la quota di chi è davvero sicuro è scesa dal 31% del 2023 al 22% del 2025. Senza di lei, il partito tornerebbe intorno al 12-13%, cioè il valore storico della destra italiana.

Quali differenze ci sono tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia?

Fratelli d’Italia ha elettori ben distribuiti a livello nazionale, la Lega resta forte nel Nord-Est, Forza Italia al Sud e al Nord-Ovest. Valorialmente, il 70% degli elettori di Fratelli d’Italia si definisce di centrodestra, molto religioso; nella Lega la percentuale di religiosi è circa la metà; Forza Italia, invece, ha una base più laica e centrista.

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