Sondaggi in Polonia: PiS al 32%, KO giù al 27%, mentre cresce la tensione sul voto e il riconteggio in 1.500 seggi richiesto da Bodnar
I sondaggi Polonia aggiornati al 23-24 giugno 2025 confermano una situazione politica in fermento: secondo i dati raccolti da IBRiS, il partito di opposizione PiS-ECR si mantiene in testa con il 32%, in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente, mentre la Coalizione Civica KO, sostenuta dai partiti europeisti e progressisti, scende bruscamente al 27%, con un preoccupante -7% che riflette probabilmente il contraccolpo del secondo turno delle presidenziali del 1° giugno. Seguono Konfederacja con il 17%, Lewica al 6%, KKP e PL2050 al 5%, mentre PSL ed Razem si attestano al 4%, ma con tendenza leggermente in crescita.
Lo scenario, già complicato, è diventato ancora più teso in seguito alla richiesta ufficiale del ministro della Giustizia Adam Bodnar di procedere al riconteggio dei voti in oltre 1.400 seggi – pari a circa il 5% del totale nazionale – sulla base di irregolarità statisticamente rilevate da analisti indipendenti come Krzysztof Kontek e Joanna Staniszkis, i cui studi hanno ipotizzato anomalie che avrebbero potuto modificare gli equilibri del voto presidenziale. La Corte Suprema ha già respinto una delle richieste principali, ma resta sul tavolo l’esame delle 50.000 denunce presentate dai cittadini, molte delle quali riguardano proprio la vittoria del candidato di destra Karol Nawrocki, che ha superato Trzaskowski con un margine inferiore ai 370.000 voti.
Il calo di KO nei sondaggi non è quindi solo un riflesso dell’aritmetica elettorale, ma anche un effetto di una comunicazione incerta e di una gestione frammentata del post-elezioni, dove inizialmente il premier Donald Tusk ha mantenuto un profilo basso di fronte alle proteste, salvo poi rafforzare le critiche dopo che il clima è diventato politicamente più acceso; l’effetto, a livello d’opinione pubblica, è visibile proprio in questi dati, che sembrano raccontare di un elettorato diviso, deluso e in parte disorientato.
Sondaggi Polonia, Nawrocki e la frattura istituzionale: tra accuse di frode e promesse fiscali, si apre un autunno a rischio
Sondaggi che restano cristallizzati intorno a numeri già polarizzati, ma dietro le percentuali si muove un contesto istituzionale fragile: Karol Nawrocki, presidente eletto e sostenuto dalla destra sovranista, ha già promesso di presentare un pacchetto di leggi al primo incontro del Sejm di settembre, con misure come l’aumento dell’esenzione fiscale a 60.000 zloty, una riforma dell’IVA, l’azzeramento dell’imposta PIT per le famiglie con due figli e l’abolizione della tassa Belka, una proposta che ha suscitato reazioni contrastanti, ma che punta a rafforzare un consenso costruito su temi identitari e su benefici economici diretti.
Il problema è che mentre Nawrocki si prepara all’insediamento, previsto per il 6 agosto, il quadro legale che dovrebbe validare le elezioni resta oggetto di contestazioni: la camera della Corte Suprema incaricata di certificare i risultati è contestata da parte del governo e dalle corti europee per via della sua composizione ritenuta non indipendente, due giudici sono già stati rimossi, e la legittimità dell’intero processo è stata messa in discussione anche da numerosi costituzionalisti polacchi.
A questo si aggiungono le tensioni tra presidenza e governo: da un lato Nawrocki ha invitato Tusk a non delegittimare la democrazia con insinuazioni infondate, dall’altro il premier ha risposto ironicamente che solo chi ha paura del risultato ha motivo di opporsi a un riconteggio completo.
In mezzo a tutto questo, il PiS guadagna terreno nei sondaggi, complice una retorica aggressiva che accusa il governo di voler ribaltare le elezioni con metodi giudiziari; Kaczynski ha parlato pubblicamente di una “frode elettorale”, affermando che non accetterà un esito che ritiene manipolato e le sue dichiarazioni accendono ancora di più il clima di tensione, ma rafforzano anche la base elettorale del PiS, che nei sondaggi si conferma primo partito nonostante lo scarto sia ancora contenuto.
Sondaggi Polonia, la Corte Suprema al centro dello scontro: riconteggio in 13 seggi, ma la questione resta politica
Sondaggi che si affiancano a una vicenda elettorale che ha ormai superato il piano tecnico per diventare uno scontro istituzionale a tutti gli effetti: la Corte Suprema ha ordinato il riconteggio in soli 13 seggi, trovando irregolarità in 11 circoscrizioni, con voti attribuiti al candidato sbagliato o errori nei verbali, ma il dato è stato strumentalizzato da entrambi i fronti per sostenere tesi opposte, in quanto, per il governo si tratta di un segnale che alcune anomalie esistono ma non sono determinanti, per l’opposizione è la prova che il sistema è fallace e che serve un riesame su scala molto più ampia.
Le oltre 50.000 denunce presentate – con sacchi ancora non registrati, secondo quanto riferito dalla presidente della Corte – hanno messo in difficoltà anche il calendario giudiziario: la decisione finale sulla validità del voto dovrà arrivare entro il 2 luglio, ma molti osservatori dubitano che ci sia davvero il tempo per un’analisi approfondita. Intanto, il dibattito pubblico si sposta dai numeri ai principi: analisti ed opinione pubblica si domandano se sia legittimo dubitare del voto spingendo sulla narrazione delle “elezioni rubate”, e a tal proposito, secondo il politologo Antoni Dudek, diffondere il sospetto senza basi solide può solo far degenerare le tensioni sociali e addirittura acuire un clima di violenza.
La polemica si trascina anche nei media: la TV filogovernativa mostra documenti, mentre quella d’opposizione accusa i giudici di parzialità e in questo clima Nawrocki cerca di rafforzare la propria posizione con la promessa di riforme immediate, ma dovrà fare i conti con un Parlamento ostile e una Corte Suprema su cui non ha pieno controllo. I sondaggi lo danno ancora forte tra gli elettori conservatori, ma la spaccatura tra istituzioni e sfiducia generalizzata nei processi democratici rischiano di rendere la sua presidenza un campo di battaglia più che un mandato ordinario.
