Il Gruppo Generali ha posto la sostenibilità come punto di forza nella strategia di sviluppo dei prossimi tre anni
Tutto sembra lasciar credere che non sia un buon momento per parlare di sostenibilità. Le prime mosse del “nuovo” Presidente americano Donald Trump sono andate infatti nella direzione di una forte deregulation: con l’abbandono degli accordi di Parigi sul clima e i forti tagli agli interventi sociali sia all’interno che all’estero. E anche in Europa si tentano difficili compromessi tra le politiche per la protezione dell’ambiente e la difesa delle tradizioni industriali particolarmente importanti, basti pensare al settore automobilistico.
Ma la sostenibilità, nel senso più vasto e concreto del termine, è soprattutto la dimensione dello sguardo sul futuro. Politiche sovranazionali così come politiche aziendali, scelte strategiche di grande portata così come atteggiamenti e decisioni personali nella convinzione dell’importanza di ogni singolo passo per compiere un lungo cammino.
Non si tratta di scelte facili, ma comunque di scelte che possono essere motivate da una duplice convinzione sui diversi fronti della sostenibilità. Da una parte la considerazione pratica secondo cui gli eventuali costi attuali sono nettamente inferiori ai probabili costi futuri dei cambiamenti climatici; dall’altra parte la convinzione ideale che un mondo proteso all’equità e alla giustizia sociale sia molto più rispettoso dei destini di ogni persona in uno scenario di civile e operosa convivenza.
Ma la sostenibilità non è e non deve diventare un’etichetta. Deve basarsi sulla realtà delle scelte concrete, sugli obiettivi definiti, sulla motivazione delle persone, sullo sviluppo di esperienze positive. Esperienze misurabili non tanto o non solo per la loro portata economico-finanziaria, ma anche, e soprattutto, su di un positivo impatto sociale di operosità unita alla testimonianza.
È significativo che una società, come il Gruppo Generali, che opera a 360 gradi nel settore delle assicurazioni in 50 Paesi con oltre 70 milioni di clienti ed è una delle più grandi a livello mondiale, abbia posto la sostenibilità come punto di forza nella strategia dei prossimi tre anni, una strategia che punta all’eccellenza in tutte le sue dimensioni.
Significativo perché proprio l’ambito assicurativo è quello che trova nel futuro le radici del proprio business e costruire un futuro nella partecipazione e nella solidarietà costituisce una prova di responsabilità, oltre che diventare un supporto concreto e importante per l’immagine e la reputazione e quindi per lo sviluppo di rapporti costruttivi e di fiducia verso gli stakeholder.
“Vogliamo essere un assicuratore, investitore e datore di lavoro responsabile”, si legge nella nota del Gruppo Generali in occasione della presentazione del piano triennale, un piano in cui si punta a ridurre, entro il 2030, del 30% le emissioni nel business assicurativo e del 60% negli investimenti e alle attività operative entro il 2030. Per il clima sono previsti investimenti per 12 miliardi di euro entro il 2027. Le soluzioni assicurative per l’ambiente avranno una crescita annua tra l’8% e il 10%.
Ma un fronte importante di intervento resta quello della protezione sociale, con un focus su salute e previdenza per i clienti più fragili, un impegno che si sviluppa anche grazie all’esperienza maturata con The Human Safety Net, la fondazione del Gruppo che opera a livello globale con la missione di sbloccare il potenziale di individui e comunità vulnerabili, aiutandoli a migliorare la propria vita e quella delle loro famiglie.
The Human Safety Net, con sede a Venezia, fornisce infatti assistenza ai genitori in situazioni di vulnerabilità, specialmente nei primi anni critici di vita dei loro bambini, per favorire uno sviluppo sano; sostiene i rifugiati nell’integrazione nei Paesi ospitanti, aiutandoli a costruire carriere e imprese di successo; riunisce organizzazioni no-profit, aziende ed esperti per amplificare il suo impatto a livello globale. Un centro, quindi, per l’innovazione sociale e la collaborazione. In piena linea con la missione, oggi si direbbe il purpose, del gruppo.
La sostenibilità diventa così la pietra angolare, quella che sostiene tutto l’edificio, una sostenibilità che non è un facile slogan, ma un impegno misurabile negli effetti economici e in quella dimensione che sta alla base di ogni rapporto personale ed economico: la fiducia.
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