Sovraffollamento carceri e suicidi, per Nordio sono problemi gravi ma non c'è nessuna correlazione tra loro: il primo, infatti, causa aggressioni e violenze
SOVRAFFOLLAMENTO CARCERI E SUICIDI, I NUMERI DELL’EMERGENZA
Le carceri sono ormai una bomba a orologeria, tra l’emergenza sovraffollamento e quella dei suicidi, ma per il ministro della Giustizia Carlo Nordio non c’è una correlazione tra i due problemi. Il sovraffollamento porta piuttosto all’esasperazione dei detenuti e a rivolte violente, ma resta comunque un problema da risolvere per il Guardasigilli, che ha affrontato la questione in un’intervista al Messaggero.
I numeri, infatti, fotografano perfettamente la gravità della situazione: il mese di agosto è al giro di boa, ma è già terribile. Un detenuto 53enne si è suicidato a Benevento, un giovane egiziano ha tentato il suicidio a Roma e ora versa in gravi condizioni; a Civitavecchia è stato registrato un altro decesso.
A peggiorare ulteriormente la situazione è l’aumento delle temperature, che rende ancora più complessa la vita in carcere. Infatti, negli ultimi giorni si sono moltiplicate violenze e aggressioni, come nel caso di Ivrea, dove un detenuto del reparto isolamento ha mandato in ospedale un agente dopo averlo assalito; mentre un altro, un 21enne egiziano, a Parma ne ha feriti addirittura otto e ha tentato di impiccarsi in cella.
Dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita 55 detenuti, ma ci sono 102 decessi in cella le cui cause sono ancora da accertare. Sono state registrate 3.279 aggressioni fino a luglio, secondo i dati del Garante nazionale dei detenuti, delle quali 1.355 hanno avuto come vittime gli agenti penitenziari.
“NESSUNA CONNESSIONE TRA I DUE PROBLEMI”
Per Nordio, però, il problema del sovraffollamento e l’emergenza suicidi non hanno legami: «Sono due problemi gravi ma non connessi tra loro», ha dichiarato al Messaggero.
Il caso del 17enne suicida nel carcere di Treviso deve spingere, secondo il ministro, a chiedersi cosa lo abbia portato all’illegalità e alla violenza, oltre che alla fragilità. Col rischio di risultare politicamente scorretto, Nordio ha dichiarato che non c’è possibilità impedire i suicidi, anche fuori dal carcere, se uno intende farlo.
«Il sovraffollamento porta all’esasperazione più che alla disperazione, e quindi alla rivolta violenta piuttosto che all’autolesionismo».
NORDIO SOTTO ATTACCO? “TUTTA ADRENALINA”
Il governo vuole comunque affrontare ogni questione, tenendo presente anche un aspetto sconcertante: molti si tolgono la vita proprio quando sono vicini alla liberazione. «Forse è la mancanza di prospettive, la paura del domani, il disorientamento nel rientrare in un mondo nuovo». Ma Nordio assicura il massimo impegno anche su questo fronte.
Il Guardasigilli ammette, nell’intervista, di sentirsi sotto attacco a livello parlamentare e mediatico, ma «è tutta adrenalina» per lui. Invece, per Samuele Ciambriello, Garante della Campania, il ministero sta minimizzando la crisi carceraria, che «rischia di essere una strage di Stato»: per questo auspica un «sussulto della società civile» e di chi opera nelle carceri.