Sovraffollamento carceri, per Cerasa il problema si risolve intervenendo sulla custodia cautelare: la riforma Nordio lo fa, ma entrerà in vigore nel 2026
CUSTODIA CAUTELARE TRA LE CAUSE PRINCIPALI DEL SOVRAFFOLLAMENTO CARCERI
Il problema del sovraffollamento carceri in Italia non può essere risolto con la politica populista, ma intervenendo sull’abuso della carcerazione preventiva da parte della magistratura, perché questa ne è la causa principale.
Ne parla il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, commentando in un editoriale i dati riportati nei giorni scorsi dall’associazione Antigone. Le soluzioni politiche che vengono proposte, di solito, sono insufficienti per motivi diversi.
L’amnistia, ad esempio, è una strada difficile da percorrere, mentre l’indulto è meno complicato ma raro. La revisione delle pene per reati minori comporta più arresti domiciliari e pene alternative, mentre la costruzione di nuove carceri è un’opzione cara alla destra securitaria.
C’è però una quinta opzione che viene trascurata e che invece, per Cerasa, potrebbe essere la soluzione: intervenire sull’utilizzo della custodia cautelare, la carcerazione preventiva. In Italia, quasi 3 detenuti su 10 sono in carcere pur non essendo stati condannati in via definitiva. Parliamo di un 28,9%, ben al di sopra della media europea: in Germania 15%, in Francia 22%, in Spagna 18%.
IL PROBLEMA DELL’INGIUSTA DETENZIONE
Sono circa 18.000 le persone che attualmente in Italia si trovano in custodia cautelare, con la possibilità che metà di loro venga assolta o archiviata. Questo significa che migliaia di innocenti trascorrono settimane, se non addirittura mesi, in carcere pur non avendo alcuna colpa. Eppure i magistrati che dispongono ingiustamente la custodia cautelare non pagano quasi mai le conseguenze dei loro errori.
Tra il 2017 e il 2024 ci sono stati 89 procedimenti disciplinari per ingiusta detenzione, ma solo 9 vere sanzioni. A pagare è lo Stato, visto che dal 1992 a oggi sono stati sborsati 648 milioni di euro in risarcimenti, di cui 42 milioni solo nell’ultimo anno.
Con la riforma Nordio l’ordinanza di custodia cautelare potrà essere emessa solo da un collegio di tre giudici, e non più da un giudice singolo, ma la norma entrerà in vigore nell’agosto 2026. Se fosse già valida, molti casi recenti di arresti seguiti da scarcerazioni non si sarebbero mai verificati.
Ridurre gli abusi sopracitati, secondo Cerasa, comporterebbe un risparmio economico per lo Stato, che avrebbe meno risarcimenti da versare, un maggiore rispetto dello Stato di diritto, meno innocenti in carcere e un minore sovraffollamento degli istituti penitenziari.