Entro il 2026 potrebbe verificarsi l'esplosione della nova T Coronae Borealis nello spazio: quando è prevista e cosa rischiamo dalla Terra
Sembra essere sempre più vicina l’esplosione – nello spazio – della cosiddetta nova T Coronae Borealis, tra le tante note dalle osservazioni degli esperti astronomi e considerata la più vicina al nostro sistema solare: un evento unico nel suo genere e che secondo alcune ipotesi si verifica con una cadena regolare di circa 80 anni terrestri in un moto ricorrente che rende la nova T Coronae Borealis un ottimo soggetto per le osservazioni e – soprattutto – per gli studi sul funzionamento dell’universo.
Prima di arrivare alla – probabile – esplosione di T Coronae Borealis è utile ricordare che con il termine “nova” si intende un singolare elemento tra i tanti che popolano lo sconfinato universo che ci circonda: a livello visivo la si può immagine come un costrutto composto da una stella “gigante rossa” (ovvero simile al nostro Sole, ma in uno stadio evolutivo più avanzato, prossimo alla morte) e da una “nana bianca” (ovvero i resti di una stella morta).
Assieme i due elementi che compongono T Coronae Borealis orbitano uno attorno all’altro in un arco temporale di circa 277 giorni terrestri e visto che la gigante rosse emana un gran numero di idrogeno, questo viene assorbito dalla nana bianca: man mano che si accumula, l’idrogeno aumenta la pressione e le temperatura della nana bianca e quando entrambe raggiungono un determinato livello si verifica la cosiddetta “nova”, ovvero un’esplosione termonucleare che riequilibra il sistema di T Coronae Borealis in vista di un nuovo ciclo.
Interessante è anche ricordare che – erroneamente da come si tende a credere – T Coronae Borealis non è una “supernova”: la differenza è piccola ma sostanziale perché nel caso della nova è un’esplosione visibile per diversi giorni, massimo una settimana; mentre la supernova è un fenomeno esponenzialmente più grande che si può osservare per un periodo tra pochi mesi e un massimo di oltre sei anni.
Attesa l’esplosione della nova T Coronae Borealis: quando dovrebbe verificarsi e quali sono i rischi sulla Terra
Com dicevamo prima, secondo delle recenti analisi l’esplosione della nova T Coronae Borealis sembra essere ormai imminente: studi ormai superati avevano fissato la finestra di tempo per l’esplosione tra il 2024 e il 2025, ipotizzando come momento più probabile il mese di giugno che abbiamo appena superato; ma seppur rimanga ancora valida l’ipotesi del 10 novembre – tra pochi giorni -, un nuovo studio ha rivisto la stima dell’esplosione della nova T Coronae Borealis tra la primavera e l’estate del 2026.
A guidare queste ipotesi – essendo l’esplosione di fatto del tutto imprevedibile – ci sono alcune osservazioni fatte dall’Inaf di Palermo che ha notato un aumento dell’accumulo di idrogeno nella nana bianca della nova T Coronae Borealis; ma oltre a questo ci sono anche i due precedenti storici più vicini: l’ultima esplosione documentata, infatti, risale al 1946 e la precedente al 1866 con una distanza di 80 anni esatti che stiamo per raggiungere un’altra volta.
Al di là di quanto possa sembrare terribile l’ipotesi di un’esplosione termonucleare a due passi – appena 3mila anni luce di distanza – dal nostro sistema solare, però, non ci si deve preoccupare: l’esplosione della nova T Coronae Borealis, infatti, non farà altro che illuminare il nostro cielo – specialmente quello notturno – per diversi giorni, con un fenomeno unico che potremo osservare tranquillamente anche a occhio nudo