Chissà come avrebbe descritto la situazione macroeconomica attuale Shakespeare, maestro delle vicende umane: probabilmente un sogno utopico di una notte di mezza estate che presagisce una tempesta infernale. Come nelle sue opere, nel mondo reale fervono i preparativi per un matrimonio impossibile, i tassi d’interesse alti coniugati con l’inflazione al 2%, nonostante l’imminente medioevo digitale e finanziario che distruggerà ulteriormente il tessuto socioeconomico degli Stati.
Negli Stati Uniti la Federal Reserve sta temporeggiando, Powell durante la conferenza ufficiale ha mascherato inquietudine, ostentando rilassatezza, per confermare i tassi al 5%, svelando però la necessità di aumentarli più volte quest’anno per portare l’inflazione al 2%. Il Quantitative tightening (Qt) deve continuare imperterrito, ci sono troppi dollari circolanti nel mondo, e probabilmente le Repo si riveleranno il metodo principe per salvare il sistema bancario nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, il tasso di occupazione degli americani rimane alto nonostante le condizioni di credito restrittive: sarà necessario monitorare costantemente l’attività economica e le supply chain.
Al contrario, da Francoforte con furore, la Bce ha aumentato i tassi solo dello 0,25%, arrivando al 4%. Questo è bastato per far aleggiare il fantasma della recessione e causare una spaccatura nel Consiglio. La tedesca Schnabel incalza: “Contro l’inflazione è meglio fare troppo che troppo poco”, mentre il capo economista Lane invita alla cautela sull’aumento di settembre.
Tuttavia disattendere le aspettative sull’inflazione causerebbe esiti nefasti: il tempo per agire è agli sgoccioli. L’Europa, anche senza il Qt, rischia di essere rasa al suolo da questa banda bassotti che ci comanda danzando sul ciglio del precipizio. L’orgia finanziaria degli ultimi anni è finita.
Insomma, i banchieri centrali agiscono come Dorian Gray che tiene nascosto il quadro che invecchia e segna i suoi peccati, ma prima o poi bisogna fare i conti con la realtà, come dice Ismael, “Moby Dick non ti cerca, sei tu, tu che insensato cerchi lei”. Invece gli svizzeri, oculati e saggi, con la loro Banca centrale posseduta al 51% dai cantoni, stanno facendo vedere qual è il modo giusto per gestire i mutamenti macroeconomici, proteggendo i loro cittadini.
Nel frattempo, nelle stanze dei bottoni, alla Banca dei regolamenti internazionali (Bri) stanno stabilendo il nostro futuro sia in termini monetari che di innovazione.
Ma prima un piccolo recap: la Bri è un’organizzazione con sede a Basilea che promuove la cooperazione in campo monetario e finanziario e funge da banca per le banche centrali. Nel 1944 a Bretton Woods ne venne raccomandata la liquidazione per le operazioni finanziarie concluse con la Germania nazista, ma tutto ciò non avvenne e la Bri si impose rapidamente come uno strumento indispensabile del nuovo ordine monetario: tuttora i Governatori delle banche centrali si incontrano ogni due mesi alla Bri per prendere le decisioni importanti.
La Bri sta lavorando su alcuni progetti inquietanti: “Rosalind”, che sviluppa prototipi di Api, interfacce di programmazione di applicazioni, per connettere i cittadini alle Banche centrali. Portato avanti in partnership con la Banca d’Inghilterra, sperimenta alcuni aspetti essenziali per l’uso retail delle monete digitali come la privacy, la sicurezza e la programmabilità nei trasferimenti di denaro online e offline, usando i QR code, gli smartphone, le carte di credito, gli strumenti biometrici o gli assistenti smart. Un altro progetto,”Icebreaker”, riguarda la creazione di un sistema di transazione centralizzato simile a Swift che permetterebbe alla Bri di regolare e infine omogeneizzare tutte le valute in un unico modello di scambio mondiale dando il potere di escludere qualsiasi nazione o società che non avesse la sua approvazione, anche su base ideologica.
L’ultimo “divertissement” è il progetto “Aurora”, con implicazioni terribili: è stato creato per utilizzare l’Intelligenza artificiale come strumento per monitorare vasti flussi di transazioni finanziarie da tutto il mondo. Secondo la Bri, l’obiettivo è scoprire strutture criminali di riciclaggio di denaro, ma affinché l’AI possa passare al setaccio le transazioni globali in tempo reale le banche e i Governi dovrebbero creare un accesso semplificato ai conti e spalancare le porte della nostra vita agli algoritmi di analisi.
Vedremo se in futuro avrà ragione il libertario Cicerone che sosteneva la necessità di ogni uomo di difendere il proprio Stato dai nemici esterni e interni oppure Etienne de la Boétie che nel suo Discorso sulla servitù volontaria dichiarava l’amore degli schiavi per le loro catene.
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