Stefania Nobile è stata scarcerata per il caso della Gintoneria: nel locale di Lacerenza, ancora ai domiciliari, era solamente una contabile
Può tornare a uscire di casa senza grossi obblighi Stefania Nobile, figlia della famosa Wanna Marchi recentemente finita al centro del caso della Gintoneria che gestiva assieme all’ex compagno Davide Lacerenza e nella quale – secondo gli inquirenti – era stato creato un vero e proprio giro di droghe ed escort: un caso complesso e sul quale le indagini sono ancora in corso, fermo restando che gli indagati risultano essere solamente loro due, già sottoposti ad arresto.
Partendo proprio dalle ultimissime novità, è di queste ore la conferma da parte della GIP Alessandra Di Fazio alla richiesta di scarcerazione per Stefania Nobile presentata dai suoi legali: attualmente la donna si trova, infatti, ai domiciliari in attesa che si apra il processo a suo carico e grazie alla scarcerazione sarà libera di uscire di casa con il solo obbligo di dimora in quel di Milano; mentre resta ancora sottoposto alla misura cautelare Lacerenza.
La ragione per il differente trattamento tra i due indagati è legata – rileva la giudice – al fatto che Stefania Nobile all’interno della Gintoneria operasse esclusivamente in qualità di contabile: in questi mesi avrebbe collaborato alle indagini sottoponendosi spontaneamente all’interrogatorio e non avrebbe neppure mai violato il regime di limitazione delle libertà personali; mentre resta chiaro che non sembra esserci il pericolo di reiterazione del reato a lei imputato.
Di cosa sono accusati Stefania Nobile e Davide Lacerenza: il caso della Gintoneria e le indagini degli inquirenti
Più complessa, invece, è la posizione di Lacerenza perché secondo gli inquirenti, mentre Stefania Nobile curava i registri contabili, sarebbe stato lui a mettere in piedi tutto il sistema della Gintoneria: era lui ad assoldare le escort e le prostituite che poi “offriva” ai suoi clienti (e da qui l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione) ed era lui a procurare loro la cocaina e le droghe (e l’accusa qui è di spaccio); il tutto ovviamente a pagamento e solamente per i clienti più facoltosi.
Secondo gli inquirenti, il sistema messo in piedi da Davide Lacerenza e Stefania Nobile mirava a offrire ai clienti facoltosi della Gintoneria qualsiasi tipo di divertimento in un vero e proprio “core business” che ruotava attorno al garantire – offrendo, appunto, “ragazze e stupefacenti” – che i clienti “consumassero alcol” in grandi quantità per il suo “personale tornaconto”; attraverso veri e propri pacchetti basati sul “divertimento, senza freni, del cliente“.