Stellantis investirà 13 miliardi di euro negli USA: nel piano di Filosa si punta ad aumentare del 50% la produzione e lanciare 5 nuovi modelli

Con la produzione di Stellantis in Italia – patria storica del marchio, passato alla storia con il nome di Fiat – che resta ai minimi storici, il gruppo ora guidato da Antonio Filosa sembra intenzionato a migliorare la sua posizione sul mercato statunitense con un piano di investimenti piuttosto importante che dovrebbe nuovo vigore alla produzione (già positiva) oltreoceano: una scelta che sicuramente desterà non pochi pruriti; ma che secondo Stellantis avrà – a lungo andare – impatti positivi anche sul mercato italiano ed europeo.



Prima di arrivare al nuovo piano, è utile ricordare che attualmente Stellantis negli USA possiede – distribuiti su 14 diversi stati – un totale di 34 impianti produttivi e centri di distribuzione di vario tipo nei quali lavorano 48mila persone e con circa 1,4 milioni di veicoli immatricolati; mentre in Italia gli ultimi dati che parlano di un crollo pari al 31,5% della produzione – entro la fine dell’anno si stimano 310mila nuove immatricolazioni – con buona parte dei suoi sei stabilimenti fermi.



Il piano di Stellantis negli USA: 13 miliardi di investimenti per aumentare la produzione del 50%

Al di là delle numerose richieste da parte dell’Italia affinché Stellantis conservi la sua anima “made in Italy”, il nuovo CEO Filosa ha scelto di portare i suoi soldi negli Stati Uniti: una scelta, per certi versi, strategica dato l’importante impatto che i dazi avrebbero sulle esportazioni di veicoli prodotti in Europa e che fino ad ora è già stata condivisa – addirittura in misura maggiore – dal marchio coreano Hyundai che investirà ben 20 miliardi di dollari.



Lo stabilimento Stellantis di Mirafiori (Ansa)

Secondo quanto sappiamo in questo momento del progetto di Stellantis negli USA, l’obbiettivo è quello di investire nei prossimi quattro anni 13 miliardi di dollari: i fondi serviranno soprattutto per rinnovare l’attuale parco produttivo che conta 19 modelli, potenziando gli stabilimenti in Indiana, Michigan, Illinois e Ohio fino al 50% in più dell’attuale produzione; mentre nel corso dei quattro anni verranno anche lanciati 5 nuovi modelli e verranno assunti 5mila dipendenti.

Un piano – quello di Stellantis – ambizioso e che secondo l’Unione italiana dei lavoratori metalmeccanici (UILM) e Confindustria è da imputare soprattutto ai “pasticci dell’Europa” sul green deal, che hanno ridotto ai minimi termini la produzione aumentandone esponenzialmente i cosi, pur in assenza di un interesse dei cittadini ad acquistare veicoli full-electric; mentre secondo Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM) – che condivide questa chiave di lettura – è importante che ora Stellantis pensi anche a un investimento simile in Europa e, soprattutto, in Italia.