Dire stop ai motori diesel e benzina dal 2035 è un grosso errore per il numero uno di Mercedes, Ola Kallenius: ecco le sue parole

La Mercedes Benz, una delle aziende leader al mondo per quanto riguarda la produzione di auto, ha lanciato l’allarme in merito al ban dei motori termici. Secondo il CEO Ola Kallenius, da qualche settimana a questa parte anche numero uno di Acea, l’associazione delle case automobilistiche europee (prima presieduta da Luca De Meo, ex Ceo di Renault), eliminando la produzione di motori a benzina e diesel dal 2035, si rischia anche in Europa il cosiddetto “effetto Avana”.



Il riferimento è a Cuba, dove la popolazione locale circola con vetture che hanno decine di anni alle spalle, impossibilitati a cambiare i propri mezzi per via delle poche possibilità economiche (così come di una vecchia legge proibizionistica in vigore). Le parole di Kallenius non sono state dette a caso, visto che sono molti coloro che stanno cercando di fare pressione sull’Unione Europea affinchè si possa rivedere lo stop di motori termici fra dieci anni, in favore di un futuro senza dubbio più permissivo ma comunque incentrato sulla decarbonizzazione. Negli ultimi due anni le case automobilistiche hanno chiesto all’Ue che sia il consumatore a scegliere, sviluppando motori diesel e benzina sempre più efficienti e puliti, solamente i lontanissimi parenti di quelli inquinanti di qualche anno fa.



A complicare la situazione dei grandi brand europei ed americani è il fatto che gli automobilisti non stanno rispondendo all’elettrico come si pensava, visto che l’esplosione delle auto a batteria non è affatto avvenuta, anche se va preso atto del fatto che la quota di auto elettriche sta aumentando con costanza di anno in anno: ma basterà a convincere le case automobilistiche? Al momento sembra di no e lo dimostra il fatto che numerose aziende hanno cambiato la loro strategia negli ultimi tempi, passando da un “all in” sull’elettrico ad un nuovo sviluppo di motori a combustione interna, perseguendo quindi la strategia multi-energia, di cui Toyota rappresenta senza dubbio il marchio leader.



CEO MERCEDES VS UE: “CONTESTO ECONOMICO E’ PEGGIORATO”

Da qui la richiesta di Ola Kallenius, CEO di Mercedes, che ha chiesto esplicitamente all’esecutivo europeo una maggiore flessibilità nella transizione verso i veicoli elettrici. Al momento le auto elettriche hanno una quota del 15% contro le previsioni di pochi anni fa che parlavano di una quota di penetrazione del 50% nel 2025, numeri decisamente differenti, e tenendo conto che il green deal è stato raggiunto su queste basi, Mercedes chiede di rivedere il tutto.

“Il contesto economico è peggiorato – spiega il presidente dell’Acea al The Economist – le misure del 2027 saranno utili (dice riferendosi alle nuove normative sulle emissioni ndr), ma non rappresenteranno una correzione di rotta radicale; la tendenza non migliorerà. L’Unione Europea rischia di creare un effetto Avana con il divieto dei motori a combustione: i veicoli più vecchi rimarranno in uso più a lungo, mettendo a repentaglio il clima, l’occupazione e la prosperità”.

Mercedes (Foto: Pixabay)

CEO MERCEDES VS UE: “I FORNITORI STANNO AFFRONTANDO MINACCE…”

Con l’aumentare dei prezzi delle auto, gli automobilisti tendono a mantenere più a lungo la propria vettura, con il rischio quindi di paralizzare il mercato e tutto ciò che ne consegue. “Oltre il 40% dei fornitori automobilistici europei – ha aggiunto Kallenius – si trova già ad affrontare una minaccia alla propria redditività. Esortiamo questa transizione ad andare oltre l’idealismo e a diventare più realistica . Dovrebbe concentrarsi su tre dimensioni: decarbonizzazione, resilienza della catena di approvvigionamento e competitività. Nessuna di queste è facoltativa”.

Il Ceo di Mercedes ha espresso i propri dubbi anche nei confronti delle misure protezionistiche commerciali in particolare verso la Cina: “Ciò ostacolerà gli investimenti nella trasformazione verde. È importante rafforzare la competitività europea e, ad esempio, promuovere l’Unione dei mercati dei capitali”. Quindi ha concluso: “I prossimi 12 mesi saranno cruciali e l’Europa dovrà adattarsi alla realtà. Altrimenti, rischia di perdere la sua leadership industriale e di ristagnare”.