Il Parlamento del Regno Unito ha approvato la prima legge sul suicidio assistito: sarà concesso solo ai pazienti come meno di 6 mesi di vita
Il parlamento del Regno Unito – nella sua sola cosiddetta “Camera dei Comuni” – ha approvato nella giornata di oggi, venerdì 20 giugno 2025, la prima vera e propria legge britannica sul suicidio assistito proposta dal deputato Kim Leadbeater e che ora attende il via libera definitivo da parte della Camera dei Lord: l’ipotesi generale (riporta l’agenzia Reuters) è che i Lord difficilmente bloccheranno il disegno di legge, pur potendo decidere di apportare delle sostanziali modifiche; mentre complessivamente serviranno ancora diversi mesi prima che il testo entri in vigore.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene ricordare che il tema del suicidio assistito era già stato sollevato in diverse occasioni in passato: l’ultima vera e propria discussione parlamentare si era tenuta esattamente dieci anni fa quando il testo era stato rigettato per l’assenza di sufficienti voti a favore; mentre nel frattempo in diverse parti del mondo i legislatori si sono mossi nella direzione di testi più o meno articolati per concedere – in determinate occasioni – il suicidio assistito ai pazienti terminali.
Il testo discusso oggi era stato presentato la prima volta lo scorso novembre dallo stesso Leadbeater che era riuscito a ottenere un via libera a livello generale con 330 voti favorevoli e un buon sostegno popolare: oggi, invece, i voti a favore sono stati 314, in leggero calo ma comunque superiori ai 291 contrari e – come dicevamo già prima – ora la palla del suicidio assistito passa nelle mani della Camera dei Lord che impiegherà, probabilmente, diversi mesi per arrivare alla definitiva approvazione (o eventualmente al rigetto) del testo.
Cosa prevede la legge britannica sul suicidio assistito: la commissione decisionale e il limite sulla vita del paziente
Secondo le indiscrezioni rilanciate dall’agenzia Reuters, il testo sul suicidio assistito votato e approvato lo scorso novembre prevedeva che sulle richieste presentate dai pazienti desiderosi di porre fine alla loro agonizzante vita dovesse decidere un tribunale che avrebbe avuto l’ultima e vincolante parole; mentre in questi mesi d’attesa, a fronte di circa 130 emendamenti parzialmente discussi nella seduta parlamentare odierna, il testo è stato leggermente indebolito.
La bozza odierna, infatti, prevede che sull’eventuale via libera al suicidio assistito chiesto da un paziente debba decidere una commissione composta da un assistente sociale, da una non meglio definita “figura legale” e da uno psichiatra: le richiesta da parte dei pazienti, però, saranno al contempo limitate solamente a chi soffre di una grave malattia debilitante e mortale, purché a parare dei medici restino solamente un massimo di 6 mesi di vita.
Cosa dicono favorevoli e contrari al testo approvato oggi dal parlamento del Regno Unito: rigore vs cure palliative
Interessante notare che la discussione odierna sul testo sul suicidio assistito non è stata guidata dalla politica o dai partiti, con il Primo ministro Keir Starmer che fino all’ultimo minuto (almeno, pubblicamente) ha evitato di commentare direttamente la proposta: il laburista, dal conto suo, avrebbe poi votato a favore, ma la mancata presa di posizione ha fatto sì che ogni membro della Camera dei Comuni fosse libero di votare secondo la sua personalissima opinione e sensibilità; mentre il proponente Leadbeater aveva dichiarato poco prima del voto che il testo è “estremamente rigoroso e solido“, rappresentando a suo avviso un vero aiuto “per chi ha bisogno”.
Di tutt’altra opinione sono stati invece i numerosi oppositori al suicidio assistito che in mattinata si sono riuniti davanti al Parlamento per manifestare il loro dissenso con una preghiera collettiva guidata dal prete cattolico John Howard: questi – cita sempre Reuters – si è detto preoccupato che un’eventuale legge per permettere la morte medicalmente assistita rischiava di creare pressioni sui malati terminali spingendoli – magari su indicazione di medici e familiari – a optare per il fine vita; mentre dopo la votazione Howard si è limitato a parlare di “giorno buio per il nostro Paese“.
Tra gli oppositori al suicidio assistito c’era anche l’associazione Care Not Killing che ha definito il testo approvato oggi “profondamente imperfetto e pericoloso”: il presidente Gordon Macdonald, infatti, ha ricordato che la discussione sui 130 emendamenti avrebbe impiegato solamente “10 ore (..), ovvero meno i 5 minuti” a emendamento, avanzando l’ipotesi che una legge di questo tipo rischia di cambiare completamente il funzionamento del Sistema sanitario del Regno Unito e di spingere il governo a investire minori risorse sulle cure palliative.