Un test di gravidanza negativo, risalente a cinque giorni prima, chiesto come requisito per prendere parte al concorso per diventare vigili. Accada in due Comuni del Torinese, Vigone e Torre Pellice, che, nel bando teso all’individuazione di due commissari di polizia locale, prevedano il superamento di tre prove: una di idoneità fisica, una scritta e una orale. Inoltre, il candidato deve essere laureato, fisicamente prestante e, se donna, oltre al certificato di idoneità sportiva, il giorno della prima prova dovrà esibire anche un test di gravidanza negativo, come detto eseguito cinque giorni prima.
Un documento firmato dal segretario comunale spiega che si tratta di una misura tesa eventualmente a procrastinare per la candidata la prova fisica (1000 metri di corsa da compiere in 6 minuti e 30 secondi, che diventano 5 minuti e 30 secondi per gli uomini, ndr), facendola slittare a prima dell’orale. Tuttavia, questo può essere fissato anche soltanto dopo tre mesi e, di conseguenza, l’aspirante commissario dei vigili (donna) sarebbe fuori dai giochi, esclusa per via della sua decisione di diventare madre. Un aspetto, questo, che ha dato il “la” a numerose polemiche, com’era inevitabile che fosse.
TEST DI GRAVIDANZA NEGATIVO AL CONCORSO VIGILI, SARACENO (SOCIOLOGA): “STUPIDO E RIDICOLO”
La vicenda del test di gravidanza negativo per le aspiranti vigilesse è approdata anche sulle colonne del quotidiano “La Stampa”, venendo commentata dalla sociologa Chiara Saraceno: “Richiedere un test di gravidanza a fini di assunzione è una delle forme più detestabili, ancorché ‘più classiche’, della discriminazione contro le donne nel mercato del lavoro. È ancora più invasiva della privacy della classica domanda circa i progetti di maternità”.
E, ancora: “Più chiaro di così… La polizia municipale non accetta donne incinte, a meno che non siano così ‘fortunate’ da rimanere incinte dopo aver superato la prova fisica oppure di essere in stato così avanzato di gravidanza all’inizio del concorso da poter effettuare la prova di ‘efficienza fisica’ in tempo utile. Tutto ciò non solo è illegittimo e fa impressione che venga richiesto proprio da una amministrazione, che ha tra i suoi compiti anche quello di proteggere i cittadini e le cittadine da discriminazioni. Con quale fiducia una donna discriminata si rivolgerà alla polizia municipale per chiedere sostegno e giustizia? È anche stupido e ridicolo”.