Il film "The Hill" racconta la storia di Rickey Hill, che nonostante una malattia invalidante arriva a giocare in Major League
The Hill è un bellissimo film sportivo di Jeff Celentano che racconta la storia vera di Rickey Hill (da giovane interpretato da Colin Ford, da ragazzino invece l’interprete è Jesse Berry): la vicenda è appassionante in quanto documenta come una grave malattia degenerativa alla colonna vertebrale che obbliga il ragazzo a mettere i tutori non lo fermi, lui ama il baseball e ha un sogno, arrivare al massimo, la Major League. Così la trama del film è incentrata sul rapporto tra la tensione alla realizzazione di una propria dote e di un proprio interesse e gli ostacoli che vi si frappongono.
È un film che testimonia quanto sia importante la passione e come essa faccia affrontare ogni ostacolo. Rickey Hill è un ragazzo che fatica a stare in piedi e a camminare, ma ha una battuta spettacolare, è in grado di fare dei fuori campo ripetuti e che sorprendono anche gli allenatori più duri che non possono credere che un ragazzo con così tante difficoltà motorie possa arrivare a battere così forte e così lontano.
Rickey Hill ha il sogno di diventare un grande giocatore di baseball e questo lo porta ad allenamenti così duri e impegnativi che però gli fanno realizzare il suo desiderio, arriva a giocare nella Major League. Così si vede quanto lo sport abbia un metodo che vale per la vita, capire chi si è, le capacità che si possiedono, e realizzarle: è capendo chi si è che si avvia il cammino per portare ad alto livello ciò che si ha come dote e come capacità.
Rickey Hill ha una passione, il baseball, e una capacità, scaglia la palla come pochi, così lui vede che diventare un giocatore professionista di baseball è la sua realizzazione umana, fa di tutto per realizzare il suo sogno giovanile: questo vale per il baseball come per la vita, all’inizio vi è la presa di coscienza di quello che si è e di quello che si vuole, poi vi è il cammino per realizzarlo, dove quella forza ideale dell’inizio fa da continuo motore.
Questo è il tema centrale del film, lo sport come fattore vocazionale, attorno a questo tratto vi sono altre questioni interessanti che ruotano intorno alla sua famiglia. Per esempio, il tema della fede dovuto al fatto che il padre James, impersonato da Dennis Quaid, è un pastore protestante che vive l’esperienza religiosa in modo rigido e quindi perde spesso il rapporto con la realtà: lui vede la malformazione del figlio come un segno che la sua vocazione non sia il baseball ma quella di fare come lui il pastore protestante.
Anche Rickey Hill è un uomo di fede, ma vede la realtà per quello che è, anche fare un fuoricampo è rendere gloria a Dio. Nel film si vedono due modi diversi di vivere la fede, uno è quello del padre di Rickey per cui la fede è chiusa nella chiesa e in alcune regole di vita, l’altra quella di Rickey che riconosce la presenza di Dio nella realtà, anche nella sua attività sportiva.
Molto interessanti poi le dinamiche famigliari, altra tematica importante del film: il padre di Rickey non sa vedere quello che il figlio è, lo chiude in una sua immagine pur buona, ma sempre sua fino all’ultima scena quando si accorge di non aver mai guardato suo figlio, perché lo vedeva attraverso il filtro dell’idea che si era fatta di lui.
La madre Helen, interpretata da Joelle Carter, è un personaggio molto interessante, lei capisce lo schematismo del marito e fa il tifo per il figlio, desidera che realizzi il suo sogno, però riesce ad essere sia moglie, sia madre e così tiene unita la famiglia. Stupenda poi la figura della nonna Gram, interpretata da Bonnie Bedelia, che porta nella famiglia un’attenzione puntuale ai figli.
Concludendo, The Hill è un film che porta in scena una vita dove non tutto è lineare, anzi il bello è proprio che una persona si realizza su strade che possono essere diverse da quelle precostituite, così la questione decisiva è lo sguardo, se si guarda la realtà e si vuole scoprire come sia oppure se si vuole solo realizzare le proprie immagini precostituite, e quando è così è un dramma.
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