SANDRO TONALI, DALLA LETTERINA ALLO SCUDETTO
Sandro Tonali da Lodi era arrivato nell’estate 2020 con la timidezza estrema dei giovani esordienti, “Nuovo Pirlo? No, semmai il nuovo Gattuso”. Quel numero 8 sulle spalle che pesava come un macigno e un centrocampo lo scorso anno che ancora reggeva saldamente sull’asse Bennacer-Kessie.
Poi qualcosa è cambiato, qualcosa è successo – o più semplicemente, qualcuno è sbocciato – e allora il destino che era già stato scritto per “Sandrino” si è rivelato in tutto il suo fragore. Nella vittoria del 19esimo Scudetto della storia del Milan, Tonali non solo è stato “centrale” ma ha rappresentato ciò che più si avvicina al concetto di “capitano”: tonante, vibrante, con classe e spirito, con gol decisivi (quelli di Roma e di Verona) e con giocate al limite della perfezione. Con Romagnoli ai saluti, si contenderà probabilmente con Davide Calabria i gradi di nuovo capitano del Milan: un “capitan futuro” che all’età di 11 anni, pochi mesi prima dello scudetto vinto da Ibra e Pato – l’ultimo prima del trionfo dei Pioli’s Boys – scriveva una letterina a Santa Lucia per chiedergli alcune “cosette”. «Vorrei un completo del Milan, pantaloncini, maglietta e calzettoni», scriveva il piccolo Sandrino, aggiungendo «Mi sai dire se per te diventerò un calciatore?». Poi chiese di poter diventare un Santo come Santa Lucia e di “intercedere” per lui: un bimbo particolare, ossessionato dal Milan di cui è sempre stato tifoso e che oggi si commuove alla sola idea di aver contribuito ad diventare uno dei simboli dello Scudetto n.19, il primo dopo quella “letterina”.
L’MVP (CON LEAO) DELLO SCUDETTO DEL MILAN: CHE STAGIONE PER TONALI!
Se Rafa Leao ha dimostrato di essere il vero MVP di tutta la Serie A, sconquassando le difese avversarie specie nell’ultimo rush di campionato (quando è sembrato oggettivamente immarcabile), Sandro Tonali ha svolto per lunghi tratti il ruolo a tutto campo di MVP carismatico, oltre che di squisita classe tecnica.
È passato dall’essere il primo cambio del centrocampo – lo scorso anno – fino all’essere invece il primo perno della mediana, attorno alla quale Pioli e Maldini hanno costruito le fortune tecniche e di risultati del grande Milan. La punizione con il Cagliari alla seconda di campionato, il gol contro l’Atalanta rubando palla a metà campo e involandosi freddissimo contro Musso, ma soprattutto i 3 gol della primavera che hanno consentito di cucirsi un pezzo importante di Scudetto sule maglie rossonere. Sandro Tonali è stato tutto questo e ancora di più, l’unico a non aver mai mollato durante i primi 70 minuti del Derby di ritorno quando ormai il campionato sembrava una “cosa a due” tra Lautaro Martinez e Perisic; gamba mai tolta, velocità altissima, mentalità da vincente e da campione consumato, pazzesco se si pensa che ha solo 22 anni. Nel momento clou della stagione, la felice intuizione di Pioli di mettere Sandrino come “centravanti ombra”, con i suoi inserimenti da dietro, che hanno permesso prima di raggiungere l’1-2 insperato contro la Lazio al 92esimo e poi la clamorosa doppietta a Verona, su doppio assist del funambolico Rafa. Una stagione da incorniciare per chi in fondo voleva “solo” diventare un calciatore e un santo: per il primo, abbiamo davanti il miglior prospetto a centrocampo della Nazionale post delusione Mondiali. Per il secondo… beh, non vi sembra che qualche “miracolo” abbia già cominciato a farlo?