A Milano potrebbe nascere un hub intercontinentale di alto livello, ma occorre anche una compagnia nazionale che ne faccia la sua base
In continuazione con l’articolo del 23 gennaio scorso e le quattro puntate dell’analisi completa sugli aeroporti italiani pubblicate nel 2022, oggi parlerò dei possibili scali da costruire nel Nord Italia e in Sardegna, territori già dotati di molteplici aeroporti.
Il sistema aeroportuale milanese (Linate, Malpensa e Orio Al Serio), secondo la mia opinione, non funziona bene, perché non esprime il vero potenziale della capitale economica d’Italia e della zona metropolitana più grande e popolata del Paese. Potrebbe essere sede del quarto hub intercontinentale europeo, raccogliendo almeno il traffico di Malpensa e Linate in un luogo a pochi chilometri dal centro città. Attualmente, i tre aeroporti di Milano riescono ad arrivare al nono posto in Europa per numero di passeggeri, superando comunque i due aeroporti di Roma (Fiumicino e Ciampino), come si può evincere nelle tabelle che seguono:

I sistemi aeroportuali che oggi superano quello di Milano (Londra, Istanbul, Parigi, Mosca, Amsterdam, Madrid, Francoforte e Barcellona) sono tutti concepiti al meglio, sono attualizzati ed esprimono il loro potenziale essendo base di vettori nazionali tra i primi al mondo a parte il caso di Mosca, che senza le sanzioni potrebbe raggiungere un livello superiore. Quindi, Milano, con un riassetto come quello che propongo, potrebbe arrivare tranquillamente al 4° o 5° posto in pochi anni, se accompagnato da un progetto per un vettore italiano intercontinentale che faccia del nuovo aeroporto la sua base.

Le sorti di Alitalia se Milano fosse stato il suo secondo hub, come fa Lufthansa con Monaco, potevano essere sicuramente diverse, e di conseguenza anche quelle di ITA oggi. Un vettore italiano con una base a Milano potrebbe attrarre transiti dai Paesi del centro-nord Europa, mentre Roma servirebbe il centro-sud Italia, i Paesi mediterranei, quelli balcanici, il Nord Africa e il Medio Oriente.
L’area di attrazione flussi di Milano la ritengo superiore a quella di Roma per potenziale economico dei Paesi cui ci si connetterebbe. Analizzando la tabella precedente potete avere un’idea da quanti vettori e destinazioni intercontinentali oggi vengono raggiunti gli aeroporti di Malpensa e Orio Al Serio insieme rispetto a Roma Fiumicino. Questi numeri credo dovrebbero portare le nostre autorità aeronautiche e politiche a ripensare tutta la situazione aeroportuale di Milano per creare il nuovo aeroporto intercontinentale.
Nel 2022 scrissi come ottimizzare al meglio senza investire molto lasciando l’assetto attuale, ma ormai, passato il Covid, è il momento di crescere. Credo ci siano due opzioni molto valide in due punti non molto distanti da Milano centro.
1) Utilizzare i terreni oltre l’Idroscalo di Linate che presentano degli spazi ancora senza urbanizzazione o istallazioni di qualsiasi tipo che offrono un’area sufficiente per ben tre piste principali da oltre 3.500 metri ognuna, quattro aree per eventuali nuovi terminal passeggeri e/o cargo e due taxiway per unirsi all’aeroporto attuale di Linate. La costruzione in fasi potrebbe far utilizzare l’accesso principale per mezzi e metro dal terminal di Linate, e poi l’attuale piazzola di parcheggio delle aeronavi di Linate a uso cargo o aerei privati, visto che i nuovi terminal più grandi si sposterebbero nella nuova area. Sicuramente sarebbe utile farci passare la ferrovia che collega Milano, Brescia e Bergamo.
2) A sud di Milano, tra San Giuliano Milanese, Melegnano e Opera, c’è un’area ancora non urbanizzata e senza istallazioni particolari con uno spazio che permetterebbe di creare tre o quattro piste principali da oltre 3.500 metri e i relativi terminal passeggeri e cargo in tre o quattro punti possibili. La metro potrebbe raggiungere l’area tranquillamente e la ferrovia tra Milano, Piacenza o Pavia potrebbe avere una stazione con una leggera deviazione.
Tutti e due le opzioni sono state dedotte da una visione su Google Earth e rappresentano solo dei puri suggerimenti che sono basati su uno spirito atto a concentrare e ottimizzare le risorse in modo più adeguato, anche dal punto di vista delle emissioni. Per quanto riguarda il da farsi con gli scali di Malpensa e Bergamo, credo che ambedue possano avere un ruolo maggiore sul cargo.
Riguardo la Sardegna, ha già tre buoni aeroporti che necessitano di qualche possibile espansione e uno regionale, Tortoli, poco usato e senza capacità di grandi espansioni. Tuttavia, questi sono posti negli estremi dell’isola a nord, est e sud, lasciando scoperta l’area centrale di Oristano, che trovandosi a un centinaio di chilometri da qualsiasi aeroporto potrebbe dotarsi di un piccolo scalo per un uso più che altro stagionale e cargo per prodotti agricoli e alimentari freschi. È necessario uno studio approfondito per stabilire il vero potenziale e in futuro ne potrebbero uscire delle sorprese positive, considerando che la Sardegna è ancora tutta da scoprire e potrebbe essere un’alternativa alle Baleari, essendo queste sature.
Concludendo questa rassegna sui nuovi aeroporti da costruire, spero che tutte queste idee possano essere la base per cui i Governi italiani creino leggi e condizioni adeguate per fare investire gli italiani a casa loro e non altrove e, quindi, aiutino a creare dei vettori ai massimi livelli. Se così non fosse, proseguirebbe il trend attuale di impoverimento e cessione di tutti gli asset al capitale straniero.
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