Trump è il momentaneo vincitore della partita: nella notte ha comunicato il raggiungimento della tregua tra Iran e Israele
La diplomazia coercitiva di Trump sembra aver funzionato. Nella notte il presidente americano ha comunicato che Israele e Iran hanno detto sì ad una tregua. Ci sarebbe la conferma di Teheran. Dunque Trump avrebbe deciso di usare sì tutta la forza militare degli Stati Uniti, ma per pacificare, proprio come aveva promesso in campagna elettorale. I fatti di queste ore sembrano dunque dargli ragione.
La sua strategia, condivisa dal vicepresidente J.D. Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal capo del Pentagono Pete Hegseth, aveva suscitato dei malumori nella base MAGA, risultando, nei fatti, molto vicina alle posizioni neocon. Un dissenso che però, spiega Rita Lofano, direttore responsabile dell’AGI, sarebbe rientrato.
Il pragmatismo del presidente USA lo avrebbe portato a usare le superbombe contro i siti nucleari iraniani: per evitare che Khamenei realizzasse un’arma nucleare, per non lasciare solo Israele e per mettere in guardia la Cina, oltre che la Russia, che hanno interessi e alleanze nell’area.
Come è arrivata l’amministrazione americana ad attaccare l’Iran? Chi ha convinto Trump a dare il via?
La decisione finale la prende sempre Trump, però ritengo che abbiano deciso i tre che si sono presentati con lui quando ha annunciato l’attacco: Marco Rubio, J.D. Vance e Pete Hegseth, altrimenti non li avrebbe portati con sé. Quindi è stata una decisione politica, diplomatica e militare. Israele, dal punto di vista della guerra, sta vincendo. Comunque sia, non è facile decapitare la leadership di Hezbollah e di Hamas, e anche gli Houthi sono molto indeboliti. Un quadro che ha permesso di puntare direttamente all’Iran.
Per completare la vittoria c’era bisogno degli USA?
Gli americani sono intervenuti utilizzando, per la prima volta, i bombardieri B-2, che sono invisibili ai radar e che costano oltre un miliardo di dollari. L’America ne ha solo 75. Per schierarli, evidentemente, avevano le prove che l’Iran stesse accelerando per avere un’arma nucleare. Quando si parla di Medio Oriente, di Netanyahu, dell’attacco ora di Trump, ci si dimentica spesso che, se l’Iran avesse l’arma nucleare, Israele non esisterebbe più: l’Iran ha nello statuto la distruzione dello Stato di Israele.
Benjamin Netanyahu, primo ministro Israele (Foto Ansa 2025 EPA/RONEN ZVULUN / POOL) Esponenti del mondo MAGA, come Tucker Carlson e Steve Bannon, lo hanno criticato, anche se poi, almeno quest’ultimo, ha un po’ ritrattato. Trump si è inimicato il suo elettorato?
Alla fine hanno rettificato tutti: Trump è riuscito a ricompattare il partito repubblicano, compresa la base MAGA più scettica. Non credo che il presidente USA abbia cambiato visione, penso sia stato spinto dalle circostanze. Sono convinta che immaginasse gli Accordi di Abramo come guida della sua azione in Medio Oriente, perché ha tutto l’interesse a stabilizzare l’area. Per questo non può lasciare campo libero agli altri nella regione: sappiamo degli interessi che ha la Cina in Medio Oriente e conosciamo le relazioni commerciali di Pechino con Teheran.
Quindi perché è intervenuto in Iran?
Aveva bisogno di dare una prova di forza, nell’ottica di una deterrenza. Come a dire agli iraniani: “Se esagerate, noi interveniamo, e se interveniamo non avete scampo”. I fatti lo stanno premiando.
Ma Trump è stato convinto da qualcuno ad attaccare? Alla fine ha ceduto all’approccio neoconservatore che dominava anche nelle precedenti amministrazioni USA?
Trump è un pragmatico che si adatta alle situazioni. E non vedo l’alternativa a quello che ha fatto. Bisognava lasciare che l’Iran arricchisse l’uranio? Lasciare il Medio Oriente in mano all’influenza cinese e russa, abbandonando Israele, che è un avamposto strategico non solo dal punto di vista economico, ma geopolitico? Nell’area, la Cina ha finanziato la sua nuova Via della Seta, ha costruito il megaporto di Gwadar a ridosso dello Stretto di Hormuz, ha stretto alleanze militari con attori mediorientali.
È questa è la vera partita che si sta giocando?
Sì, siamo di fronte a una guerra per l’egemonia mondiale, o meglio, per un mondo suddiviso in sfere di influenza: una intorno agli americani, una intorno ai cinesi. Tant’è che Rubio si è rivolto proprio alla Cina, chiedendole di fare in modo che non venga bloccato lo Stretto di Hormuz. Lo ha detto ai cinesi perché sono i primi a rimetterci, dato che importano il petrolio iraniano.
Ma il negoziato con l’Iran, che era ancora aperto, era destinato a non andare da nessuna parte? Trump non poteva proseguire con pressioni che non fossero militari?
In realtà è la stessa tecnica usata con la Russia o in Ucraina: usare la forza per ottenere la pace. La forza ha anche una funzione di deterrenza: chiamiamola diplomazia coercitiva, per convincere gli iraniani a trattare sul serio. Oggi l’Iran minaccia di tirarsi fuori dal Trattato di non proliferazione, ma è proprio la violazione di quel trattato che è stata denunciata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, insieme al fatto di non voler far entrare gli ispettori nei siti nucleari. Non sappiamo se ci riuscirà, ma credo che Trump voglia costringere l’Iran al tavolo delle trattative.
Non aveva detto di volere un cambio di regime?
Dopo l’attacco ha ritirato subito i B-2. La sensazione è che abbia voluto dire: “Sì, siamo intervenuti, siamo i più forti, però è un’azione mirata, circoscritta, non vogliamo entrare in guerra”. Rubio e Hegseth, in precedenza, avevano dichiarato di non volere un cambio di regime. Se ci si arrivasse, comunque, il modello da seguire sarebbe quello del Libano o della Siria.
E israele?
Secondo me, gli Stati Uniti lasceranno che sia Israele a contrastare l’Iran. Il colpo agli iraniani lo hanno inferto: il loro programma nucleare è stato rallentato. Le Borse sono nervose ma perdono l’1 %, il petrolio è salito, ma è sempre sotto i massimi dall’inizio dell’anno. I mercati sono sempre un indicatore, forse i mercati si sono abituati all’incertezza o percepiscono come più rischioso il nucleare in mano all’Iran.
(Paolo Rossetti)
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