L'idea di trivellare i Campi Flegrei per ridurre il bradisismo sarebbe, secondo il ricercatore dell'INGV Mastrolorenzo, assurda e pericolosa

Dopo lo studio pubblicato negli ultimi giorni dal CNR e da Steam Srl sul rischio di un’esplosione ai Campi Flegrei, sul tema è intervenuto sulle pagine del Corriere della Sera anche il professor Giuseppe Mastrolorenzo, tra i principali esperti dell’INGV sulla caldera vulcanica che si trova a due passi da Napoli e che da tempo è impegnato in un’operazione per convincere i decisori politici e i residenti a non sottovalutare dei rischi che sono – a dir poco – altissimi.



Parlando dello studio, Mastrolorenzo ci tiene a mettere in chiaro che se da un lato il rischio di una possibile esplosione ai Campi Flegrei è debitamente “considerato dalla Protezione Civile”, per quanto resti del tutto “imprevedibile” se non a fronte di un aumento delle “sequenze di terremoti”; dall’altro lato non esistono “storicamente” prove di eventi simili, sostenendo – peraltro – che le conseguenze delle esplosioni freatiche sarebbero limitate a “qualche centinaio di metri” e non ad “aree estese”.



Mastrolorenzo: “Trivellando i Campi Flegrei per controllare il bradisismo rischiamo di innescare delle esplosioni”

Al di là del fatto che il rischio di esplosioni ai Campi Flegrei non è affatto nuovo, ciò che maggiormente preme a Mastrolorenzo è chiarire che l’idea di trivellare il sottosuolo per liberare quei vapori che – secondo lo studio dal quale siamo partiti – potrebbero innescare i fenomeni esplosivi sarebbe del tutto “pericolosa“: si basa, infatti, a suo avviso su “presupposti errati” che tendono a considerare i Campi Flegrei come “una pentola a pressione” che si può controllare e governare; quando in realtà si tratta di un sistema “aperto, irreversibile, complesso” e con un comportamento del tutto “caotico”.



Terremoto Campi Flegrei: danni in un’abitazione a Bagnoli (Foto: ANSA / CESARE ABBATE)

Trivellando i Campi Flegrei, secondo il ricercatore dell’INGV, si rischierebbe di ottenere solamente l’effetto opposto a quello desiderato, creando una “perturbazione” a un sistema che si auto-regola che potrebbe dare origine a un vero e proprio “disastro”: i rischi – spiega Mastrolorenzo – potrebbero andare dall’innesco di “terremoti (..) alla massima magnitudo“, passando per le stesse “esplosioni freatiche” che si cerca di scongiurare e arrivando fino a una vera e propria eruzione dalla quale verrebbero anche rilasciati nell’area circostante “gas nocivi o letali”.