Negoziati di pace in stallo sull'Ucraina: Trump "tira le orecchie" a Zelensky, l'UE prova ancora la carta degli asset russi. Intanto Umerov da Miami...
LA VISITA DI ZELENSKY A LONDRA E LA “TIRATA D’ORECCHI” DALLA CASA BIANCA
Questa mattina è atteso a Londra il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, in programma il vertice coordinato al Premier inglese Keir Starmer con al tavolo anche i leader di Francia (il Presidente Emmanuel Macron) e Germania, con il cancelliere Friedrich Merz. Nel momento forse più delicato della lunga e intensa fase di trattative sui negoziati di pace in Ucraina, metà dei “volenterosi UE” si stringono attorno a Kiev per coordinare la risposta adatta al piano di pace messo in campo dagli Stati Uniti.
Il tutto poche ore dopo l’ennesima tirata d’orecchi che Donald Trump ha attuato nei confronti del leader ucraino, responsabile di non aver ancora considerato – né tantomeno letto – la proposta di pace americana discussa nelle scorse settimane, e anche in queste ultime ore, dalle delegazioni di Ucraina, Stati Uniti e Russia. «Sono un po’ deluso da Zelensky», ha detto il Presidente degli Stati Uniti rispondendo ai giornalisti in merito agli sviluppi sulle trattative di pace.
Il motivo è molto semplice, nel momento in cui la delegazione americana con Witkoff e Kushner ha discusso con Putin e con il Governo ucraino per mettere a punto la giusta strategia verso una tregua, il fatto che Mosca sia sostanzialmente d’accordo non ha fatto scattare Kiev verso l’accelerazione richiesta dagli States. «Sono un po’ deluso perché Zelensky non ha ancora letto la proposta di pace e non so se sia d’accordo, anche se ai suoi piace», ammette. Il capo delegazione Umerov era stato raggiunto nell’ultima fase della trattativa lo scorso sabato dallo stesso Zelensky, non registrando per il momento passi avanti decisivi verso un accordo.
I NEGOZIATI PROSEGUONO SULL’UCRAINA: DALL’EUROPA DEL NORD ARRIVA PERÒ RICHIESTA SUGLI ASSET RUSSI…
Oggi Francia, Germania e UK spingeranno sull’Ucraina per mettere a punto la formulazione più adatta ai negoziati, per convincere gli americani a fare più pressione sulla Russia dopo l’incontro purtroppo senza esito diretto avvenuto in settimana tra Witkoff, Kushner e lo stesso Putin. «Ho sentito i mediatori e siamo disposti a collaborare con l’America per raggiungere la pace», ha spiegato Zelensky dopo il colloqui con le delegazioni americane e ucraine riunite in Florida questo weekend.
Il ringraziamento inviato a Trump suona come una volontà nel non voler sollevare ulteriori polemiche con Washington, anche se la tensione permane e i passi avanti sulle rispettive richieste di Kiev e Mosca non ve ne sono: più positivo il capo dei negoziati ucraini, Umerov, che ha parlato di dialogo costruttivo, «dobbiamo fare ancora uno sforzo per far finire dignitosamente questa guerra». Il lavoro diplomatico prosegue ma i passi avanti appunto su territori, confini e futuro dei rapporti con la NATO resta in alto mare: in giornata, fa sapere ancora il consigliere Umerov, Zelensky verrà informata sull’esito dei colloqui di pace avuto finora.
A complicare ulteriormente i negoziati l’impegno di parte dell’Europa a scongelare gli asset russi fermi dall’inizio del conflitto: dopo l’affondo della Commissione UE, bloccato però dalla BCE che non ha approvato la proposta sullo scongelamento, oggi è una lettera di 7 leader dell’Europa del Nord a spingere su Bruxelles per trovare la modalità di utilizzare quei fondi, mettendo così ulteriormente pressione a Putin.
La lettera scritta da Lettonia, Estonia, Lituania, Irlanda, Svezia, Finlandia – con l’aggiunta della Polonia di Tusk – chiede all’Unione Europea in toto di utilizzare quegli asset in favore di un maxi prestito da 140 miliardi all’Ucraina: la lettera rischia di complicare ulteriormente i rapporti già molto tesi tra Europa e Stati Uniti, specie dopo la strategia di politica estera che ha visto il monito di Trump agli alleati UE sul futuro di una possibile cancellazione della civiltà occidentale se non si compie quanto prima un urgente intervento di riforme e cambio di passo.
Il Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa si è detto infatti preoccupato dalle “interferenze” americane sulle regole interne europee, così come si dice spaventato dal fatto che Mosca ieri abbia condiviso la strategia degli Stati Uniti sul futuro dei rapporti con l’Europa.