Come è andato il vertice alla Casa Bianca tra Trump e Netanyahu: futuro Gaza, Hamas, negoziati con l'Iran e caos dazi. Tutti gli scenari tra Israele e USA
COME È ANDATO IL VERTICE USA-ISRAELE ALLA CASA BIANCA E COSA CAMBIA PER I NEGOZIATI DI PACE (ANCHE CON L’IRAN)
Gli Stati Uniti, con Israele e Hamas – e come vedremo qui sotto, anche con l’Iran – proveranno nei prossimi giorni a riprogrammare un nuovo cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: lo hanno spiegato i due leader Trump e Netanyahu nel vertice Usa-Israele andato in scena ieri sera alla Casa Bianca. Si tratta della seconda visita in poco più di un mese del Premier israeliano negli Stati Uniti, sintomo della delicata situazione che va a crearsi in Medio Oriente dopo il fallimento dei negoziati nelle ultime settimane.
Dopo un vertice in video conferenza ieri, prima dell’arrivo di Netanyahu alla Casa Bianca, con il leader francese Macron, il presidente egiziano Al Sisi e il re di Giordania Abdullah II, il Presidente degli USA Donald Trump ha lanciato nuove proposte poi sottoposte all’alleato in arrivo da Israele: «la guerra a Gaza finirà in un futuro non troppo lontano. Stiamo valutando un altro cessate il fuoco», ha detto il tycoon nel breve scambio con i giornalisti durante l’incontro con Netanyahu.
È stata annullata la conferenza stampa successiva al vertice senza fornire spiegazioni ma non dipenderebbe da un cattivo colloquio tra i due leader, i cui toni sono sembrati invece piuttosto entusiasti: probabilmente non si voleva fornire ulteriori informazioni sul fronte Medio Oriente per non complicare le difficili interlocuzioni con Hamas e l’Iran, oppure semplicemente nel pieno del maxi-caos sui dazi americani la Casa Bianca voleva evitare di trasformare la conferenza stampa con Netanyahu in una serrata sfilza di domande sul fronte commerciale. Resta il dato, sottolineato da Trump: «Sto cercando con tutte le forze di liberare gli ostaggi da Gaza», confermando l’intento di trovare un accordo rinnovato tanto con Hamas quanto, con colloqui annunciati “diretti” con l’Iran.
NON SOLO GUERRA: NETANYAHU DA TRUMP ANCHE PER RIDURRE I DAZI
È sabato la data da cerchiare in rosso sul calendario della guerra in Medio Oriente: è infatti per il 12 aprile 2025 che gli Stati Uniti hanno fissato con Teheran i primi colloqui ad alto livello sul nuovo accordo per il nucleare: è inevitabile che all’interno della trattativa vi sarà lo spaio per discutere sul futuro della Striscia di Gaza e sulla costante alleanza (in armi e fondi) garantita dall’Iran nei confronti della sigla islamista Hamas.
Se è vero che all’interno di Gaza il popolo palestinese inizia seriamente a contestare platealmente il regime instaurato dalle milizie filo-Iran – pur chiedendo continuamente ad Israele e americani di stoppare i bombardamenti e modificare gli assetti sul futuro della Striscia – gli scenari che si aprono nei prossimi mesi vedono Hamas nuovamente in difficoltà e più debole. Su questo spingerà Trump per provare con l’Iran a trovare una sponda diplomatica in grado di orientare il destino finale della guerra iniziata il 7 ottobre 2023 con gli attacchi terroristici contro Israele.
«È per il bene dell’Iran che i colloqui si concludano in modo positivo», ha detto ancora Trump ieri alla Casa Bianca avvertendo sui rischi che incorre Teheran qualora non trovasse un accordo finale sul programma nucleare, «ci saranno bombardamenti come mai visti prima».
La guerra sottesa Usa-Iran resta ovviamente al centro della contesa, con i raid israeliani a Gaza che drammaticamente continuano a seminare morti e devastazioni: Netanyahu si è detto favorevole ad una soluzione in “stile Libia” per il futuro della Striscia, chiedendo però che non debba essere permesso al vicino Iran «di avere l’arma nucleare» che potrebbe essere usata per distruggere lo Stato ebraico. Hamas, dal canto suo, ha sottolineato la volontà di proseguire i negoziati con gli Stati Uniti, accusando però Israele di ostacolarli in queste settimane: «non permetteremo all’occupazione di imporre le sue condizioni a noi e ai mediatori», spiega il portavoce islamista Jihad Taha ad Al-Jazeera.
Capitolo finale del vertice con Trump è stato destinato ad un tema tutt’altro che bellico in senso stretto: il Premier israeliano ha annunciato che sarà eliminato ogni deficit commerciale con l’America, augurandosi che questa scelta sui dazi possa divenire un modello anche per altri Paesi colpiti (molto più duramente di Israele, fermi al 17% ndr) dalle tariffe commerciali applicati dagli States, «spero di poter aiutare».