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Home » Esteri » Usa » TRUMP vs USAID/ “Bene tagliare i fondi ai finti media indipendenti, ora però va sorvegliato lui. E l’Ue”

  • Usa
  • Esteri

TRUMP vs USAID/ “Bene tagliare i fondi ai finti media indipendenti, ora però va sorvegliato lui. E l’Ue”

Int. Marcello Foa
Pubblicato 17 Febbraio 2025
Decreti Trump

Donald Trump firma gli ordini esecutivi USA (ANSA-EPA 2025)

Il caso USAID, l’Agenzia congelata dall’amministrazione Trump, riguarda anche l’informazione. Ecco come si esercitava l’influenza sui media

Ha fatto scalpore il provvedimento di Trump, che ha congelato l’attività di USAID, Agenzia USA accusata di veicolare campagne informative e culturali per promuovere la cultura woke e cercare di condizionare i sistemi politici e istituzionali di altri Paesi. Ma il caso riguarda anche l’informazione, perché, come spiega Marcello Foa, giornalista e docente universitario, già presidente Rai e conduttore di “Giù la maschera” su Rai Radio1, anche in questo settore venivano esercitate infLuenze attraverso finanziamenti destinati a una grossa fetta dei mass media.


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Un sistema simile a USAID, per finalità, sarebbe stato utilizzato anche dalla UE, che ha stanziato 130 milioni di euro per ottenere “buona stampa” in occasione dell’ultima campagna elettorale. Ora anche Trump deve dimostrare di non ripetere gli stessi errori delle amministrazioni precedenti: ha permesso l’accesso alla Casa Bianca a blogger e giornalisti indipendenti, ma ha anche escluso per due volte dalle sue conferenze stampa Associated Press.


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Trump ha sospeso l’attività di USAID, denunciando il fatto che, oltre agli aiuti umanitari, fosse uno strumento usato anche per fare pressioni dal punto di vista culturale e informativo, per orientare il mondo dei media verso contenuti promossi dai democratici. Come funziona in realtà il sistema?  

Il punto essenziale è capire come viene gestito il potere nella nostra epoca. Ai tempi della Guerra Fredda c’erano CIA e KGB che si fronteggiavano; negli ultimi 30 anni, invece, si è adottato, da parte degli statunitensi in primis, ma non solo da loro, un metodo indiretto. I servizi segreti fanno il loro mestiere, ma le operazioni di condizionamento mediatico, sociale, politico e culturale vengono portate avanti attraverso organizzazioni terze, apparentemente indipendenti dai governi. Si procede così per fare in modo che le operazioni siano più difficili da decriptare, perché si può sempre dire che una ONG, piuttosto che un istituto o un’università, è indipendente, addirittura non governativa.


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Per molti di questi soggetti, in realtà, l’indipendenza non esiste?  

Gli analisti più raffinati avevano già visto che molte di queste organizzazioni non erano affatto indipendenti. Ora, con l’amministrazione Trump che sta aprendo i cassetti, abbiamo un’idea di quanto fosse esteso questo reticolo e di quante risorse avesse a disposizione.

Come si sviluppava questo meccanismo? Come venivano e vengono condizionati i contenuti dei media?

Non bisogna pensare che il direttore di una testata riceva la telefonata da un agente della CIA. La questione è che i media promuovano una certa visione, una certa opinione su un determinato argomento in maniera spontanea o comunque indotta, senza che il lettore capisca che lo è. C’è un meccanismo che ho spiegato tante volte, quello del frame: una volta stabilita una forte cornice valoriale, automaticamente i giornalisti, ma anche il pubblico, tendono a recepire e a rafforzare le notizie che rientrano in quella cornice e ad escludere o marginalizzare le altre. Ci sono esempi molto chiari: quelli più evidenti riguardano Ucraina e Covid-19, dove si è sviluppato un pensiero unico perché sono state usate queste tecniche.

Qual è il punto vero?  

Il punto è che, oltre a usare tecniche di persuasione, vengono stanziati fondi ingenti per finanziare testate o gruppi giornalistici. Reporter Senza Frontiere ha scritto che nel 2023 USAID ha finanziato 6.200 giornalisti, 707 organi di informazione non statali e 279 ONG che si occupano di media in oltre 30 Paesi, e nel 2025 voleva un budget da 268 milioni di dollari: parliamo di cifre e numeri colossali. Non solo: Wikileaks ha rivelato la presenza di un’altra ONG, Internews Network, che ha lavorato con 4.291 media, prodotto quasi 5.000 ore di trasmissione e provveduto all’aggiornamento professionale di oltre 9.000 giornalisti, con un bilancio di 472 milioni di dollari.

Trump non ha congelato solo USAID. Questa pressione mediatica veniva utilizzata anche attraverso altri strumenti?

C’è anche un altro tema di cui non si è parlato molto in Italia: Il Sussidiario è stato tra i pochissimi a farlo. È quello del National Endowment for Democracy, uno strumento che Trump ha congelato, usato anche per fini politici, per creare tensioni in Paesi nemici e promuovere i cambiamenti di regime. Le attività che prima erano della CIA ora fanno capo a ONG e fondazioni i cui obiettivi sono perfettamente leciti, come promuovere i valori della democrazia. Ma se per farlo si usano operazioni di intelligence, c’è un problema.

Quanto è diffuso il sistema?  

USAID, alla fine, diceva che i fondi venivano utilizzati per finanziare media indipendenti. Ma chi riceve soldi da un governo straniero è realmente indipendente? Per me la risposta è no: il servizio pubblico è finanziato dallo Stato, lo sanno tutti; questi finanziamenti, però, rimanevano coperti. Un punto che costringe noi occidentali a una riflessione critica sul nostro stesso mondo.

Anche Trump, comunque, è criticabile per le pressioni che sta esercitando nei confronti dell’informazione che gli è ostile?  

Per ora si sta togliendo i sassolini dalla scarpa: per esempio, ha estromesso l’Associated Press per due volte di fila dai briefing della Casa Bianca. Attaccato violentemente per anni dalla stampa mainstream, si prende queste piccole rivincite, o anche vendette, che non fanno bene, secondo me, ma sono in linea con il personaggio. Trump, comunque, ha aperto la Casa Bianca anche a giornalisti indipendenti e blogger di un certo rilievo: ad essere accreditati non sono più solo i media ufficiali. Una rivoluzione, secondo me, giustissima, nel senso che oggi il mondo mediatico non è più basato solo sui grandi media, ma anche su testate indipendenti o singoli blogger, purché ovviamente abbiano un certo seguito.

Come si comporterà il presidente americano?  

Bisogna vedere se sarà coerente con questi principi: un conto è denunciare quel che hanno fatto le amministrazioni precedenti, un altro è verificare cosa farà lui come Presidente. Vedremo se seguirà la stessa linea, magari sotto forme diverse, oppure se limiterà le interferenze che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni. Per il ruolo che ha, deve essere monitorato e criticato a ragion veduta. Tocca alla stampa indipendente, ma non politicamente faziosa e prevenuta. Oggi fa presente che il 95% della stampa ha scritto contro di lui, dando credito anche a fake news.

Questo modo di operare, di orientare i mass media, è un problema che riguarda esclusivamente gli USA?

Ivo Caizzi, su Il Fatto Quotidiano, ha rivelato una notizia molto significativa. Anche l’Unione Europea ha usato le stesse tecniche che oggi scopriamo negli Stati Uniti, dando 130 milioni ai media prima delle elezioni europee di giugno per ottenere buona stampa. L’ha fatto in modo tale da evitare i controlli, cioè con un appalto a una società esterna, la Havas Media France, del gruppo Vivendi, la quale, a sua volta, ha finanziato diverse testate, tra cui alcune anche italiane. Attraverso questo trucchetto, agendo, cioè, tramite una triangolazione, si è riusciti a bypassare le regole che impongono ai finanziamenti superiori ai 14mila euro di essere notificati e autorizzati. Conferendo un incarico a un’agenzia, si riescono ad aggirare i controlli.

Come si risolve la situazione?  

La questione, per me, è molto semplice: bisogna fare tutto in maniera aperta e trasparente. Il provvedimento suscita perplessità quando si procede in modo obliquo. In questo caso è stato dato mandato a una società che ufficialmente ha distribuito i fondi come voleva. Ma è ingenuo pensare che basta scaricare tutto su soggetti terzi.

(Paolo Rossetti)

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Tags: Donald Trump

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