Tumore al pancreas di Eleonora Giorgi, cos'è? Neoplasia molto aggressiva: diagnosi difficile, sintomi non specifici, si diffonde rapidamente e...

TUMORE AL PANCREAS DI ELEONORA GIORGI: CAUSE, SINTOMI E POSSIBILI CURE

Tumore al pancreas, cos’è la malattia di Eleonora Giorgi e cosa sappiamo di questa forma molto aggressiva di cancro e che ha un tasso di mortalità elevatissimo? Quest’oggi, nel corso del secondo appuntamento del weekend con “Verissimo”, si tornerà a ricordare l’attrice capitolina venuta a mancare lo scorso 3 marzo all’età di 71 anni, stroncata da un adenocarcinoma con cui ha lottato fino all’ultimo, sottoponendosi a cicli di chemio, radioterapia e pure cure sperimentali, tuttavia senza successo a causa della tendenza della patologia a diffondersi rapidamente e a generare delle metastasi in diversi organi del corpo umano. Scopriamo, in breve, dato che si tratta di una malattia molto complessa e di cui non si conosce ancora tutto circa le cause e una cura che sia realmente efficace, cos’è il tumore al pancreas che ha colpito Eleonora Giorgi.



Definito come il ‘big killer’ tra le varie forme di cancro, per via della sua grande resistenza alla chemioterapia e alla tendenza ad avere delle recidive, il tumore al pancreas, o adenocarcinoma, di Eleonora Giorgi è una delle forme più comuni a carico della ghiandola più grande dell’organismo: colpisce i dotti adibiti al trasporto degli enzimi digestivi ed è una tipologia di cancro molto temuta dato che spesso si presenta senza sintomi o comunque non ha una sintomatologia specifica: il tumore al pancreas si collega a un malfunzionamento della ghiandola, alla comparsa dell’ittero o del diabete; altri segnali di allarme sono le colorazioni di urine e feci, rispettivamente molto scure o troppo chiare. Va ricordato che fare prevenzione è difficile dato che, come ricordano gli esperti, l’ecografia una volta all’anno non serve ma si dovrebbe ricorrere alla Tac.



ADENOCARCINOMA, ‘BIG KILLER’ DEI TUMORI: METASTASI, DIAGNOSI DIFFICILE E…

Il tumore al pancreas, oggi tra le forme di neoplasie in maggior aumento e anche in fasce d’età diverse tra di loro (la prevalenza è comunque nel range tra 40 e 55 anni e con una leggerissima incidenza maggiore tra le donne), è una patologia spesso silente, come abbiamo accennato sopra. Riguardo alle cause, a volte (10%) si riscontrano delle mutazioni genetiche ereditate da genitori con la crescita incontrollata di queste cellule ‘mutate’, ma non vi sono certezze riguardo un aspetto su cui la ricerca sta ancora lavorando: tra i fattori di rischio, oltre a diabete, fumo e obesità c’è la pancreatite cronica e alcune malattie ereditarie, tra cui la sindrome di Peutz Jeghers, quella di Lynch e la mutazione del gene Brca-2. Mai come per questa neoplasia, è decisiva la diagnosi, complicata dal problema della sintomatologia di cui sopra: spesso i segnali più evidenti si manifestano quando il tumore ha già cominciato a diffondersi (in 8 casi su 10).



A rendere la lotta al tumore al pancreas ancora più complicato è il fatto che il pancreas si trova in una zona delicata e difficile da raggiungere, senza dimenticare che non può essere asportato chirurgicamente e ciò avviene solo quando la diagnosi viene fatta in fase ancora operabile. Da qui il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi inferiore a quella del cancro al seno o alla prostata. Di conseguenza la terapia, stando alla scheda dedicata sul sito della Fondazione Veronesi, si basa soprattutto sulla somministrazione della chemioterapia e altre combinazioni di farmaci, senza dimenticare la radioterapia e le terapie palliative, spesso associate assieme. Michele Milella, oncologo che dirige l’Istituto del Pancreas e dell’Oncologia di Verona a cui la Giorgi si era rivolta, spiega al ‘Corriere del Veneto’: “Oggi abbiamo più armi, ma la sopravvivenza dipende dallo stadio (…) La malattia precoce è quando il tumore è confinato al pancreas o i linfonodi attorno e quindi è operabile. Non è operabile se troppo esteso a livello locale o ci sono già metastasi”.