Le vacanze sono sempre più all'insegna della cultura e i siti Unesco rappresentano un importante valore aggiunto per il turismo

Poco alla volta, gli stereotipi delle vacanze lettino-ombrellone-spiaggia o pedule-zaino-sentieri montani stanno lasciando spazio a nuovi trend, che vedono i traveller scegliere sempre di più la modalità “cultura”. È questa, almeno, l’analisi emersa alla Borsa internazionale del turismo culturale e di Mirabilia, a Catanzaro, dove è stato presentato il rapporto “Attrattività e posizionamento delle destinazioni siti Unesco per lo sviluppo delle economie locali”, realizzato da Isnart (l’Istituto nazionale ricerche turistiche) per il network Mirabilia attraverso 4mila interviste a turisti italiani e stranieri e 1.000 interviste a imprese locali nei 21 territori partner.



Sono oltre 180 le aziende del settore turismo e food&drink giunte a Catanzaro per la due giorni di B2B (terminata ieri), prima tappa del progetto speciale Mirabilia, promosso da Unioncamere nazionale e 21 Camere di commercio italiane (sedi di siti Unesco meno noti) con il coordinamento tecnico-scientifico di Isnart.



Se dieci anni fa la motivazione “cultura” era solo al settimo posto tra i driver di scelta di una vacanza in Italia, per il quarto anno consecutivo si colloca al primo posto (35%, che sale al 40% tra gli stranieri). E in questo ambito, i siti Unesco italiani si confermano un volano straordinario di sviluppo turistico e territoriale. Anche se i dati mostrano anche che strategie di rete più efficaci e investimenti in comunicazione possono essere determinanti per superare alcune criticità che a oggi impediscono di liberare l’effettivo potenziale.

Il valore aggiunto dei siti Unesco è rappresentato dalla grande riconoscibilità: l’85% degli intervistati conosce il significato del riconoscimento; il 74% era consapevole della presenza di un sito nella destinazione scelta; il 71% ha dichiarato che la presenza del sito ha influito sulla scelta. Inoltre, vengono attratti turisti di fascia medio-alta: il 35% appartiene a un cluster con buona capacità di spesa; il 41% viaggia in coppia; prevale un’utenza matura.



Giotto, “Resurrezione di Lazzaro” (1305, Cappella degli Scrovegni)

L’esperienza turistica nei territori Unesco riceve un voto medio di 8,7/10, in linea con i valori più alti registrati a livello nazionale. Di contro, emerge una spesa contenuta: quella media giornaliera (71 euro) resta al di sotto della media nazionale. Poi il gap di comunicazione digitale: se il web è determinante per il 48% dei turisti, i social media incidono solo per il 12% (contro una media nazionale del 47%). Infine, la percezione debole tra le imprese: 7 operatori su 10 riconoscono un impatto positivo del sito, ma solo il 45% ne percepisce il reale valore attrattivo; appena il 24% utilizza il brand Unesco nelle campagne di marketing e comunicazione.

“I dati – afferma Loretta Credaro, presidente Isnart – dicono che i siti Unesco sono un patrimonio non solo culturale, ma anche economico e di grande potenziale attrattivo. Occorre però fare sistema, mettere in campo politiche promozionali di rete. È questa la spinta che ha portato alla nascita di Mirabilia, progetto speciale che coinvolge 21 Camere di commercio e Unioncamere, e che si arricchisce della collaborazione con Isnart e dei suoi strumenti di analisi e progettazione. L’obiettivo è rafforzare l’identità dei territori, valorizzare le aree interne e aprire nuove occasioni di business per le imprese”.

“Il progetto Mirabilia è un’avanguardia – ha proseguito la presidente -, un’opportunità straordinaria per trasformare il nostro patrimonio culturale in un vero e proprio motore di sviluppo capace di coniugare cultura, turismo ed enogastronomia, all’insegna della sostenibilità. Grazie alla rete delle Camere di Commercio, oggi Mirabilia diventa un ecosistema di cooperazione e una possibilità solida capace di rafforzare l’identità dei territori sedi di siti Unesco e aprire nuove occasioni di business per le imprese locali che sappiano vedere nella cultura una potente leva di sviluppo.

Un’opportunità concreta come ci raccontano i dati raccolti da Isnart sull’andamento del turismo, dove il 2025 si posiziona come l’anno del turismo culturale con i luoghi della cultura che hanno raggiunto un +18% rispetto all’anno precedente, con oltre 205 milioni di presenze. Certamente i siti Unesco rappresentato validi attrattori, visto che 1 turista su 4 dichiara di aver visitato almeno un luogo riconosciuto patrimonio Unesco nel corso del soggiorno in Italia.

Dall’evento di Catanzaro – conclude – parte una stagione nuova per disegnare un turismo che sia volano di sviluppo per i territori, ma con un respiro sempre più ampio, innovativo, inclusivo e sostenibile, consentendo così alle Camere di posizionarsi come protagoniste della governance territoriale e di parlare ai mercati internazionali con una voce autorevole”.

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