È stata da poco presentata la nuova dizione dell'indagine "Turismo & Sostenibilità" di Human Company
Human Company, azienda storica nell’hospitality in Italia e attiva da oltre quarant’anni nel turismo open air, ha presentato un aggiornamento delle attività già messe in campo – tra cui un finanziamento contratto con un pool bancario con Unicredit nel ruolo di Banca Agente e Global Coordinator in ambito ESG – e una nuova edizione dell’indagine “Turismo & Sostenibilità”, realizzata in collaborazione con l’istituto di ricerca BVA Doxa.
La ricerca evidenzia come l’80% dei viaggiatori sia consapevole dell’impatto che le proprie scelte possono avere sulla sostenibilità delle destinazioni visitate, mostrando una concreta disponibilità a rivedere le proprie abitudini in un’ottica più responsabile. Questo dato suggerisce l’opportunità di coinvolgere maggiormente il turista come “alleato” della sostenibilità, valorizzando il suo ruolo e fornendogli strumenti chiari e accessibili per adottare comportamenti virtuosi durante l’esperienza di viaggio.
Tuttavia, la propensione a introdurre abitudini sostenibili risulta più alta quando si tratta di azioni semplici, come il rispetto della flora e della fauna locali (36% di preferenze), la corretta gestione dei rifiuti (33%), l’attenzione ai consumi energetici (32%) e la tutela delle risorse naturali (32%). Al contrario, l’adesione cala sensibilmente quando i comportamenti richiedono un maggiore coinvolgimento personale o un cambiamento più profondo delle abitudini, come la modifica del proprio regime alimentare (13% di preferenze), la scelta di strutture con certificazioni ambientali (13%) o la partecipazione attiva a iniziative di volontariato green durante il soggiorno (7%).
Quando si parla di strutture ricettive e sostenibilità, i viaggiatori sembrano non avere dubbi: agriturismi (91%), rifugi di montagna (86%) e strutture ricettive open air (84%) guidano la classifica delle soluzioni percepite come più sostenibili, grazie alla capacità di offrire esperienze a contatto diretto con la natura. Seguono, con buone valutazioni, bed & breakfast (76%), case vacanza ed ostelli (71%), ritenuti comunque coerenti con un approccio rispettoso dell’ambiente.
D’altro canto, strutture come hotel (30%), resort (24%) e navi da crociera (14%) vengono considerate meno sostenibili, mentre le strutture termali si collocano in una posizione intermedia con il 49% delle preferenze. Questi dati evidenziano come la percezione di sostenibilità sia spesso strettamente legata alla tipologia di esperienza offerta e al contesto in cui avviene il soggiorno.
In linea con i risultati dell’edizione 2024 dell’Osservatorio, la quasi totalità del campione (95%) concorda sul fatto che sia possibile adottare pratiche di turismo sostenibile anche durante una vacanza urbana; le modalità più efficaci per farlo includono il rispetto dei valori e delle eccellenze territoriali (48%), la ricerca di percorsi ed esperienze autentiche e non “di massa” (44%) e la scelta di partire nei periodi di bassa stagione (36%).
Come nella precedente edizione della ricerca, per determinare un indice complessivo di rilevanza delle caratteristiche di una struttura turistica anche quest’anno sono stati analizzati tre ambiti principali: gli elementi che ne definiscono la sostenibilità, i driver che influenzano la scelta prima della partenza e gli aspetti che la rendono attrattiva durante il soggiorno.
L’indice derivato dall’incrocio di queste dimensioni (min.1 – max. 100) mostra che, per i viaggiatori italiani, i criteri più rilevanti sono l’impiego di energie rinnovabili (indice=100), la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici (98), la conservazione dell’ambiente naturale (96), la presenza di aree verdi, percorsi pedonali e di piste ciclabili (94, in aumento rispetto allo scorso anno), la corretta raccolta differenziata dei rifiuti (92, in lieve contrazione rispetto al 2024), l’eliminazione della plastica (88) e il risparmio idrico (81).
Anche per il 2025, le vacanze al mare si confermano in cima alle preferenze dei viaggiatori italiani (51%, con un picco del 58% tra le famiglie con bambini). A seguire, con uno scarto contenuto, si posiziona il turismo culturale (45%), scelto prevalentemente da un pubblico con una consolidata esperienza di viaggi all’estero (54%). La montagna è la destinazione principale per 1 italiano su 5 (19%), mentre i circuiti del benessere (17%) e dell’enogastronomia (16%) conquistano soprattutto gli under 35 (per i quali raggiungono rispettivamente il 24% e il 22% di preferenze).
Le crociere attraggono il 10% dei viaggiatori, mentre il turismo d’avventura, sportivo e religioso continua a costituire una nicchia residuale. Dai dati raccolti emerge poi come il turismo outdoor sia una pratica consolidata: il 75% dei viaggiatori intervistati lo pratica abitualmente, 1 su 3 con elevata frequenza.
“In Human Company riconosciamo che la transizione verso un turismo più sostenibile è una delle sfide più urgenti del nostro tempo – ha commentato Mattia Rosati, chief corporate services officer di Human Company e di Mercato Centrale -. Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo e ci impegniamo a portare avanti un percorso concreto e coerente, che tenga conto sia delle esigenze ambientali sia del rispetto delle diversità socio-culturali.
Il nostro piano di sostenibilità ci ha già permesso di raggiungere risultati significativi e continuerà a guidarci verso un futuro in cui ci auspichiamo che il turismo sia più green e inclusivo. Condividiamo annualmente i nostri progressi ed i traguardi raggiunti, nella convinzione che la sostenibilità non sia solo una meta, ma un processo continuo e partecipato, che richiede l’impegno di tutti”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.