Stefano Di Girolamo, specialista in Audiologia, Otorinolaringoiatrica e Chirurgia Cervico Facciale e docente universitario a Tor Vergata, ospite a Uno Mattina, ha parlato dell’importanza dei controlli nel suo settore. “L’udito, come tutti gli organi sensoriali, perde capacità con l’invecchiamento. Accade a partire dai 60 anni in su. La prima fase è tuttavia asintomatica, riguarda solo le alte frequenze”, ha spiegato.
È per questo motivo che è necessario stare attenti ai primi campanelli d’allarme. “Inizialmente si perde la capacità di discriminare le parole, ma si è consapevoli che qualcuno sta parlando. Col tempo il fenomeno va a progredire. I sintomi più comuni sono alzare il volume della televisione o non riuscire a dialogare con qualcuno in luoghi molto rumorosi”, ha sottolineato. Il fenomeno, però, non è prettamente fisico. “Le conseguenze sono complesse anche dal punto di vista dell’umore: si tende a rimanere in casa per evitare figuracce, nei casi più estremi si inizia a soffrire di depressione. È un concetto che si sta rendendo sempre più evidente”.
Udito si riduce a partire dai 60 anni: i consigli del dottor Stefano Di Girolamo
È per questo motivo che il dottor Stefano Di Girolamo consiglia di non sottovalutare i primi segnali di un problema all’udito per la propria salute e il proprio benessere in generale. “Un buon udito ritarda anche la manifestazione di altre patologie come l’Alzheimer, perché è stimolante”. Secondo recenti studi, infatti, gli anziani con problemi di questo genere hanno almeno il doppio delle probabilità di sviluppare una malattia che colpisce le funzioni cognitive rispetto a chi ha capacità sensoriali nella norma.
Le soluzioni, d’altronde, non mancano se il fenomeno è preso in tempo. “La sordità in senso assoluto è molto rara, mentre sono frequenti le ipoacusie. È importante comprenderne la causa e correggerle con gli strumenti a disposizione, che sono tanti. Gli apparecchi acustici ora sono piccolissimi e invisibili”, ha concluso.