Inchiesta ultras Inter e Milan, il ruolo della 'ndrangheta negli affari a San Siro nella puntata di Report, che trasmetterà un audio esclusivo di Bellocco

Il campionato è ormai in chiusura, ma i riflettori su San Siro non si spengono, anche per via delle inchieste giornalistiche. Come quella di Report, che si interroga sul ruolo della ‘ndrangheta negli affari che si intrecciano con l’impianto meneghino sullo sfondo. Il programma ricostruirà una storia che comincia nel 2021, quando le cosche hanno iniziato a infiltrare le curve, con sicari arrivati dalla Calabria per omicidio e gambizzazioni eccellenti. Mentre il club nerazzurro faceva di tutto per far quadrare i suoi conti, il controllo degli affari di San Siro sarebbe finito nelle mani di una rete criminale.



Il programma di Rai 3 parla anche di un accordo tra gli ultras nerazzurri e rossoneri per non farsi la guerra. A confermarlo intercettazioni inedite dell’ultras rossonero Luca Lucci con quello dell’Inter Andrea Beretta, ma anche testimonianze esclusive delle vittime di violenza e pestaggi.

Tutti elementi che rendono bene l’idea di San Siro come tempio non solo del calcio, ma anche di affari loschi gestiti da bande criminali. A tal riguardo, Report manderà in onda un audio esclusivo di Antonio Bellocco, rampollo della ‘ndrangheta ucciso da Beretta. Un messaggio che confermerebbe le attività criminali che avrebbero caratterizzato l’impianto negli ultimi anni.



INCHIESTA ULTRAS INTER E MILAN, CHIESTI OLTRE 100 ANNI PER GLI IMPUTATI

A fare luce su questi oscuri intrecci è la procura di Milano, con un’inchiesta che ha scoperto il sistema illecito in cui non c’è alcuna distinzione di colori calcistici, ma anzi gli interessi sono comuni e convergenti. Non deve sorprendere se sono stati chiesti oltre 100 anni di carcere in tutto per gli imputati e il sistema criminale costruito dalle curve ultrà in decenni. Pur con lo sconto di pena dovuto per la scelta del rito abbreviato, le richieste dell’accusa sono pesanti: 10 anni per il capo della Sud Luca Lucci, 9 per uno dei capi della Nord Andrea Beretta, a scendere per gli altri imputati.



Del resto, l’interesse per gli affari era superiore al punto tale da accantonare la rivalità per la fede calcistica. L’inchiesta ha fatto luce su omicidi, tentati omicidio, estorsioni, aggressioni, spedizioni punitivi, arsenali di armi e infiltrazioni mafiose. Ma nella recente requisitoria, l’accusa ha citato anche le interlocuzioni tra il tifo organizzato e parte degli ambienti istituzionali, anche per la gestione dell’ordine pubblico. Un atteggiamento che ha rappresentato per il pm una sorta di legittimazione per quelle che definisce milizie armate.

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