Umberto Guidoni, uno dei più noti astronauti italiani, è stato ospite questa mattina del programma di Rai Due I Fatti Vostri. “Entro breve tempo tutti nello Spazio? Sul breve tempo non ci scommetterei mai prima o poi succederà”, esordisce Umberto Guidoni. “Cosa si mette in valigia per andare sulla Luna? Le cose personali, gli effetti personali, qualche fotografia, ricordo, ninnolo, uo ho portato cose di mia moglie, un disegno di mio figlio…”. Sul cibo che si mangia nello spazio: “Si pagano cifre astronomiche per l’emozione e l’esperienza che si fa, ma non certo per il cibo. E’ tutto cibo preocotto, non si può cucinare. Nello spazio le cose galleggiano, non si può mettere l’acqua nella pentola e nemmeno gli spaghetti. Il cibo viene preparato senza acqua per mantenerlo per tempi lunghi e poi pesa meno. Poi quando è il momento di mangiarlo si aggiunge l’acqua con la siringa e si mangia. Se c’è bisogno di scaldare c’è anche una piastra”.
Sul dormire nello spazio, Umberto Guidoni: “Io ho dormito benissimo, come dormire su una nuvola, galleggia, non appoggia più nulla. Ci si infila in un sacco a pelo che è attaccato alla parete in modo che siamo fermi”. Ma come si va alla toilette nello spazio? Domanda Salvo Sottile: “Bisogna ragionare sul fatto che nello spazio le cose galleggiano. Il sistema funziona per aspirazione, bisogna aprire valvole, accendere un motore e c’è un simulatore sulla Terra per abituarsi a farlo. Il bagno non è un ambiente separato ma quando si attivano le pompe si capisce che è occupato”.
UMBERTO GUIDONI: “FA IMPRESSIONE VEDERA LA TERRA DI NOTTE…”
Sul panorama dallo Spazio: “La nostra attenzione è catturata soprattutto dalla Terra. Hai un continuo andare e venire del sole. Non si vede la presenza dell’uomo di giorno, non c’è traccia delle città, poi quando il sole tramonta cambia completamente, è veramente uno spettacolo. Le emozioni che si provano? Si vedono i danni provocati dall’uomo come ad esempio le deforestazioni, lo smog, gli incendi”.
Se potesse portare nello spazio cosa porterebbe con se Umberto Guidoni? “I telefonini nuovi. Nello spazio mi mancavano moglie, figlio, gli affetti, non si poteva comunicare come oggi con la Terra, vi era una sola opportunità per parlare con la famiglia, e poi ci sentivano tutti quelli della Nasa, anche se, parlando italiano avevamo un po’ di privacy. Sentito in pericolo? No, però abbiamo avuto qualche situazione particolare, come quando nel 2001 abbiamo avuto un problema col computer e dopo 24 ore siamo riusciti a risolverlo. Il mal di spazio? Quando arrivi per l’assenza di peso e poi quando torni che fai fatica a camminare”.