Nell’Area 51, durante gli anni ’80, vi era un Ufo metallico a forma di uovo. A svelarlo è stato tale Eric Taber, un appaltatore aerospaziale della difesa da 13 anni, che ha ottenuto un nulla osta di sicurezza per lavorare sugli aerei militari. Parlando con il Daily Mail, noto tabloid inglese, ha raccontato della presenza di questo strano velivolo nella leggendaria base del Nevada, rinvenuto nel deserto da parte della CIA. Venne quindi esaminato nell’Area 51 dopo di che venne spedito ad un’altra base militare Usa in quanto non furono in grado di identificare l’oggetto. Eric Taber ha spiegato che tale vicenda gli è stata racconta dal suo defunto prozio, Sam Urquhart, a sua volta appaltatore dell’Area 51.



La vicenda non può essere verificata in quanto Urquhart è morto, ma come scrive il Mail, rientra in una lunga serie di testimonianze circa la presenza di veicoli extraterrestri o astronavi futuristiche di stanza appunto presso l’Area 51. Tra l’altro proprio in questi giorni alcuni informatori hanno riferito al Congresso che il governo avrebbe avviato un programma segreto per la cattura di veicoli “non umani” che siano precipitati o atterrati sulla superficie terrestre; inoltre da anni l’esecutivo a stelle e strisce sta cercando di raccogliere da decenni informazioni tecnologici su tali tipi di oggetti. “Il mio prozio ha prestato servizio nell’aeronautica militare per 28 anni, grado E8 equivalente a un primo sergente”, ha detto Taber a DailyMail.com, e ancora: “Mi ha detto che ha lavorato all’Area 51 dal 1997 al 2014. Era il capo della sicurezza del suo gruppo di ingegneri e uno specialista nella configurazione dei dati. Il suo gruppo ha effettuato test sulla sezione trasversale radar”.



UFO A FORMA DI UOVO NELL’AREA 51, LA TESTIMONIANZA: “MIO PROZIO MI DISSE…”

E ancora: “Continuavo a chiedergli degli UFO. Mi ha detto che non sapeva niente poi un giorno eravamo nel suo portico sul retro e lui disse: “Ok, ti ​​parlerò di una cosa di cui ero a conoscenza”. E gli ha quindi svelato la presenza del famoso uovo Ufo: “Quando sono arrivato lì per la prima volta nel 1997, ho avuto una conversazione personale con un ingegnere senior della EG&G il cui gruppo aveva il compito di provare a decodificare un oggetto che era stato portato lì da alcuni uomini della CIA negli anni ’80. Si suppone che sia stato ritrovato completamente intatto in una remota località del deserto. L’ingegnere senior disse che aveva una forma di uovo, delle dimensioni di un SUV, liscio e senza giunture, dall’aspetto metallico, di colore grigio argenteo, senza superfici di controllo, senza alette, senza presa d’aria e senza scarico, e nessuna scritta o simbolo all’esterno”.



Nonostante fossero delle menti geniali hanno cercato di capire, invano, le sue caratteristiche: “I raggi X non potevano penetrarlo. Hanno tentato di aprirlo e di penetrarne lo scafo; non potevano. Hanno detto che erano in grado di prelevare alcuni campioni molto piccoli del materiale. E non sono un esperto di chimica, ma immagino che dal rapporto isotopico o dalla miscela di elementi abbiano concluso che non è stato prodotto sulla Terra”.