Il World Heritage Commettee a Baku ha finalmente stabilito che la Colline del Prosecco a Conegliano Veneto e Valdobbiadene sono ufficialmente patrimonio mondiale dell’Umanità: l’Unesco ha così riconosciuto ciò che da anni l’Italia e la Regione Veneto richiedono con forza dopo tanti tentativi e diverse sconfitte. «Le colline del prosecco da oggi sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità» l’annuncio arrivato a Baku (Azerbaijan) davanti alla spedizione italiana composta tra gli altri dal Presidente del Veneto Luca Zaia e dal Ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio ha fatto scattare a mo’ di vittoria mondiale l’intera delegazione. «E’ fatta, a pieni voti, con un sacco di interventi a nostro favore: si realizza un sogno», racconta il Governatore dopo la decisione dell’Unesco di invertire l’esito giudicato solo un anno fa negativo contro le terre storiche del Prosecco italiano. Con queste straordinarie colline, l’Italia sale a 55 siti di cui il “mondo ha fatto tesoro”, un unicum mondiale che premia le eccellenze e gli straordinarie luoghi che offre un piccolo Paese come il nostro. «Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese», twitta il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi mentre i due vicepremier del Governo si sono trovati unanimi del giudizio positivo: «evviva!!!» esulta Di Maio su Facebook e poco dopo Salvini su Twitter «la bella notizia per tutto il sistema-Paese».
ECCO PERCHÈ LE COLLINE DEL PROSECCO SONO PATRIMONIO UNESCO
Dopo l’assegnazione delle Olimpiadi a Milano-Cortina, ancora il Veneto torna protagonista di un successo globale con il Governatore Zaia che non sta giustamente nella pelle: «vittoria!! Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio dell’Unesco!!!» twitta ancora carico di gioia da Baku. La lunga nota dell’Unesco con la quale il Prosecco ottiene finalmente il riconoscimento che merita, è piuttosto articolata: «la zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l’una dopo l’altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall’Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. Se Conegliano ospita molti istituti legati al vino, Valdobbiadene è invece il cuore produttivo dell’area vinicola. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. È grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all’amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l’uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame è uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra». La candidatura era stata avanzata per la prima volta nel 2010, ma è nel 2017 che aveva ricevuto il sostegno dell’allora ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina: tutto si rallentò però perché alcune sigle ambientaliste come Wwf e Legambiente avevano criticato gli effetti della viticoltura intensiva e dell’uso dei pesticidi nella produzione. Oggi però, dopo diverse relazioni sia di Martina sia del suo successore Centinaio si è giunti alla grande e bella notizia: il titolare delle Politiche Agricole scrive sui social «Le colline del Prosecco sono finalmente, e giustamente, patrimonio dell’umanità. Un grande riconoscimento che valorizza le straordinarie qualità sceniche e le tradizioni di un paesaggio culturale unico di eccezionale valore mondiale».