Vaccini obbligatori per il personale delle scuole? Un interrogativo che in questi giorni e, più in generale, in queste settimane ha fatto e sta facendo parecchio discutere lungo tutto lo Stivale, visto e considerato che gli edifici scolastici in molte aree d’Italia sono stati chiusi proprio per scongiurare la nascita di focolai connessi alle varianti Covid, su tutte quella inglese, estremamente diffusa sul territorio nazionale e in grado di rappresentare una vera e propria minaccia non soltanto per l’incolumità di ogni singolo cittadino, ma anche per la tenuta generale del sistema sanitario italiano.
A fornire una prima risposta a tale quesito, tuttavia, ci ha pensato nelle scorse ore il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che riveste anche il ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni. L’esponente del Partito Democratico ha asserito in maniera inequivocabile e a chiare lettere che per il personale scolastico non può scattare nessun tipo di obbligo in merito all’inoculazione del vaccino anti-Covid, che, peraltro, nella regione da lui amministrata è già stato somministrato a circa la metà dei lavoratori del comparto istruzione.
BONACCINI: “NO A OBBLIGO VACCINO PER PERSONALE SCUOLE”
Interpellato sulla questione direttamente dai giornalisti intervenuti a una conferenza relativa agli interventi in programma in materia di edilizia scolastica, Stefano Bonaccini non ha usato troppi giri di parole per esternare il proprio pensiero e la propria convinzione: “Il personale scolastico non è il personale sanitario. Possiamo permetterci di obbligare le persone a vaccinarsi se c’è una legge dello Stato. A mio parere non può stare a lavorare il personale sanitario che non vuole vaccinarsi, perché mette a rischio la propria salute e quella delle persone che ha in cura”. Gli ha fatto eco l’assessore all’Istruzione dell’Emilia-Romagna, Paola Salomoni, che ha riferito che, alla data odierna, nella regione sono quasi 59mila le persone provenienti dall’universo scolastico che sono state vaccinate contro il Coronavirus, “che, complessivamente, conta quasi 120mila tra maestri, professori, educatori e altro personale. Siamo, quindi, circa alla metà del totale”. Un traguardo incoraggiante, ma che non deve ancora far esultare: di strada da percorrere ce n’è tanta.