Un vaccino contro il cancro, testato su topi e scimmie con risultati soddisfacenti, sarebbe in grado di bloccare le cellule malate, abbattendo le barriere difensive che i tumori erigono per proteggersi dalle offensive sferrate nei loro confronti dal sistema immunitario. La speranza, accompagnata dalle prime certezze, giunge dal mondo della scienza e da uno studio in particolare, pubblicato sulla rivista “Nature” e coordinato dal “Dana-Farber Cancer Institute” e dalla “Harvard Medical School”, entrambi di Boston. Esso indica la necessità di nuove sperimentazioni cliniche che renderebbero possibile avviare gli studi anche sugli esseri umani.
Come riportato da TgCom 24, il vaccino contro il cancro “insegna al sistema immunitario a riconoscere ad attaccare le proteine specifiche (antigeni) che si trovano sulla superficie delle cellule tumorali. Tuttavia, la capacità di questi antigeni di stimolare una risposta immunitaria è unica per ogni individuo, cosa che rende difficile lo sviluppo di un vaccino efficace per tutti”. Questa è la ragione per la quale il team di ricercatori, capitanato da Soumya Badrinath, ha scelto un approccio diverso: il nuovo vaccino può superare le variazioni individuali, perché va a colpire due tipologie di cellule immunitarie, le cellule T e le cellule NK (Natural Killer).
VACCINO CONTRO IL CANCRO: “IMPEDISCE ALLE CELLULE TUMORALI DI LIBERARSI DELLE PROTEINE”
Ancora su TgCom 24, si legge che, in particolare, “il vaccino stimola due proteine chiamate MICA e MICB, anch’esse presenti sulla superficie delle cellule tumorali e la cui produzione aumenta in condizioni di stress, che sono in grado di legarsi alle cellule immunitarie e attivarle. Normalmente, i tumori riescono a neutralizzare la minaccia rompendo le proteine MICA e MICB e disperdendole, ma è proprio a questo punto che entra in gioco il nuovo vaccino: impedisce alle cellule tumorali di liberarsi delle due proteine e quindi rende molto più facile l’attivazione delle cellule T e NK del sistema immunitario”.
Di fatto, la terapia sviluppa un’immunità protettiva contro i tumori, “anche contro quelli con mutazioni che normalmente sfuggono alle difese naturali del corpo. Nei test preliminari, condotti su topi ed esemplari di macaco rhesus, il vaccino s’è dimostrato efficace e sicuro”.