Una 50ine di minorenni ebrei sono stati espulsi da un volo Valencia-Parigi: Tel Aviv parla di antisemitismo, ma secondo Vueling disturbavano i passeggeri
È una notizia dai contorni ancora piuttosto sfumati e oggetto di scontri mediatici quella che arriva da Valencia e che parte dall’espulsione di una 50ina di minorenni ebrei – di nazionalità francese – da un volo diretto all’aeroporto Orly di Parigi, prontamente condannata dal ministro per la diaspora di Israele Amichai Chikli che ha parlato di un chiaro atto antisemita; mentre dal conto suo la compagnia aerea Vueling con un comunicato stampa ha parlato di una situazione di trambusto causata dai giovani sul volo.
Partendo dal principio, dobbiamo tornare allo scorso mercoledì 23 luglio quando è stata diffusa la notizia dell’espulsione dei 50 ebrei dal volo da Valencia a Parigi: si trattava di 44 ragazzini compresi tra gli 11 e i 15 anni e di 7 loro accompagnatori maggiorenni, di ritorno da un campo estivo organizzato dalla compagnia Club Kineret, per ragioni di fatto poco chiare e discordanti se si guarda alla versione fornita dagli organizzatori del viaggio e dalla compagnia aerea.
Secondo la prima, infatti, la colpa dei ragazzini espulsi dal volo da Valencia sarebbe da imputare esclusivamente al fatto che stessero intonando canzoni ebraiche e che indossassero gli abiti – tra kippah e stelle di David – tipiche della loro religione; promettendo – non a caso – che verrà sporta una denuncia per nei confronti di Vueling per “violenza fisica, psicologica e discriminazione su base religiosa“, aggravata dalla giovane età delle vittime.
Cos’è successo sul volo Valencia-Parigi: la versione di Vueling sull’espulsione dei ragazzini ebrei
Completamente diversa, invece, la versione sull’incidente capitato sul volo Valencia-Parigi dalla compagnia Vueling: secondo un comunicato stampa ufficiale, infatti, il gruppo di ragazzini avrebbe mantenuto nei momenti precedenti al decollo un “comportamento altamente inadeguato [e] ostili” che avrebbe “ostacolato” la sicurezza degli altri passeggeri e reso impossibile completare le dimostrazioni di sicurezza obbligatorie.
Pur a fronte dei continui richiami da parte degli operatori di bordo, il gruppetto di ragazzini avrebbe – sempre secondo Vueling – continuato a disturbare la quiete degli altri passeggeri al punto che il capitano si sarebbe sentito costretto ad “attivare i protocolli di sicurezza“: a quel punto i 50 sono stati fatti sbarcare del volo Valencia-Parigi e una volta giunti al terminal avrebbero “continuato a mantenere un comportamento aggressivo”, al punto che la Guardia Civile spagnola ha tratto in arresto uno degli accompagnatori.
Il ministro di Israele Chikli condanna quanto accaduto sul volo Valencia-Parigi: “Chiaro e grave atto antisemita”
Dal conto suo, il ministro Chikli – condividendo su Twitter il video dell’arresto dell’accompagnatore – ha condannato i “numerosi gravi episodi antisemiti” che stanno capitando in ogni parte del mondo, sostenendo che la ragione dell’espulsione dei 50 ragazzini dal volo Valencia-Parigi fosse da ricondurre al fatto che il capitano dell’aereo abbia definito “Israele uno stato terrorista”, legittimando la “campagna di menzogne di Hamas”.
Accuse, naturalmente, rigettate da Vueling che in un secondo comunicato sull’incidente sul volo Valencia-Parigi ha precisato che la compagnia “rifiuta categoricamente ogni forma di discriminazione“; mentre ad aggiungere complessità all’accaduto ci sono anche le voci sul fatto che il capitano dell’aereo fosse – ha confermato la stessa Vueling – tale Iván Chirivella che dopo l’11 settembre raccontò pubblicamente di essere stato uno degli addestratori di volo dei terroristi che colpirono le Torri Gemelle.